Presenta:
Controllo automatico per carica batterie
di IZ1TQI Aldo
Desunto “paro paro” da Nuova Elettronica ano 7° n. 40-41, pag 236, via ammannisco, poiché è veramente interessante e pluricollaudato, questo dispositivo di controllo carica.
Esso può essere anche collegato permanentemente alla batteria, dal momento che, al raggiungimento della massima tensione desiderata, scollega il carica batterie e lo ricollega quando la batteria si è scaricata alla tensione che più vi aggrada. Ciò è utile per antifurti, lampade di emergenza etc…
Esso può essere anche collegato permanentemente alla batteria, dal momento che, al raggiungimento della massima tensione desiderata, scollega il carica batterie e lo ricollega quando la batteria si è scaricata alla tensione che più vi aggrada. Ciò è utile per antifurti, lampade di emergenza etc…
Il circuito è semplicissimo ed è tarabile con R1 (massima tensione) ed R6 (minima tensione), che dovranno essere tassativamente trimmer multigiri, poiché diversamente sarebbe molto critica la regolazione.
Quando la tensione sul piedino invertente dell’LM741 supera quella stabilizzata da DZ1, applicata al piedino non invertente l’uscita di porta a livello basso, TR1 e TR2 non conducono e RL1 resta a riposo scollegando il carica batterie; la condizione opposta, sugli ingressi di IC1, porta TR1 e TR2 in condizione provocando l’eccitazione del relè ed il ripristino della carica; l’isteresi, cioè l’escursione, in tensione, tra la condizione di riposo e di eccitazione del relè, viene regolata da R6.
In figura è mostrato come operare il collegamento del dispositivo con il carica batterie e la batteria, a tal proposito DS3, cioè il diodo di separazione che impedisce un accidentale ritorno di tensione dalla batteria al carica batterie, deve presentare una corrente superiore a quella di carica, pertanto, considerando di 5 ampere (1/10 della capacità di batteria) la corrente per la ricarica di batterie da 50 A/h, DS3 sia almeno da 7-8 A, 30-50V .
Quando la tensione sul piedino invertente dell’LM741 supera quella stabilizzata da DZ1, applicata al piedino non invertente l’uscita di porta a livello basso, TR1 e TR2 non conducono e RL1 resta a riposo scollegando il carica batterie; la condizione opposta, sugli ingressi di IC1, porta TR1 e TR2 in condizione provocando l’eccitazione del relè ed il ripristino della carica; l’isteresi, cioè l’escursione, in tensione, tra la condizione di riposo e di eccitazione del relè, viene regolata da R6.
In figura è mostrato come operare il collegamento del dispositivo con il carica batterie e la batteria, a tal proposito DS3, cioè il diodo di separazione che impedisce un accidentale ritorno di tensione dalla batteria al carica batterie, deve presentare una corrente superiore a quella di carica, pertanto, considerando di 5 ampere (1/10 della capacità di batteria) la corrente per la ricarica di batterie da 50 A/h, DS3 sia almeno da 7-8 A, 30-50V .
Taratura, per accumulatore d’ automobile:
Portate alla minima resistenza R1 e R6, collegate al posto della batteria un alimentatore stabilizzato, impostato sui 14,5 V, RL1 dovrebbe eccitarsi; ruotate ora R1 finchè il relè non si diseccita.
Impostate successivamente l’alimentatore sul valore di 11,5 V e ruotare R6 finchè RL1 entri in nuovamente in funzione.
Se, ciò fatto, proverete a variare la tensione dell’alimentatore stabilizzato, noterete che attorno ai 14,5 V si accende il led verde e si spegne quello rosso (relè diseccitato), mentre scendendo verso tensioni più basse, noterete che, attorno agli 11,5 V, il led rosso si accende e quello verde si spegne (relè eccitato).
A questo punto farete anche eventuali aggiustamenti di taratura.
Il pulsante P1 normalmente aperto, esplica la funzione di comandare manualmente lo stato di carica per quando ci aggrada e indipendentemente dalla tensione presente sulla batteria.
L’alimentatore dovrà, naturalmente erogare la corrente necessaria e presentare una tensione di almeno 18 V.
Non preoccupatevi per i transistor: qualsiasi NPN (TO-18) andrà bene per TR1 ed altrettanto per TR2 (TO-39), basta che sia in grado di pilotare RL1.
IC1 è un “vulgaris” LM741, ma può andare altrettanto bene qualsiasi altro operazionale in vostro possesso.
RL1 è un relè 12 V, uno scambio.
Per accumulatori diversi da quelli automobilistici, accertate la tensione massima di ricarica e, per tale valore, tarate il dispositivo.
Portate alla minima resistenza R1 e R6, collegate al posto della batteria un alimentatore stabilizzato, impostato sui 14,5 V, RL1 dovrebbe eccitarsi; ruotate ora R1 finchè il relè non si diseccita.
Impostate successivamente l’alimentatore sul valore di 11,5 V e ruotare R6 finchè RL1 entri in nuovamente in funzione.
Se, ciò fatto, proverete a variare la tensione dell’alimentatore stabilizzato, noterete che attorno ai 14,5 V si accende il led verde e si spegne quello rosso (relè diseccitato), mentre scendendo verso tensioni più basse, noterete che, attorno agli 11,5 V, il led rosso si accende e quello verde si spegne (relè eccitato).
A questo punto farete anche eventuali aggiustamenti di taratura.
Il pulsante P1 normalmente aperto, esplica la funzione di comandare manualmente lo stato di carica per quando ci aggrada e indipendentemente dalla tensione presente sulla batteria.
L’alimentatore dovrà, naturalmente erogare la corrente necessaria e presentare una tensione di almeno 18 V.
Non preoccupatevi per i transistor: qualsiasi NPN (TO-18) andrà bene per TR1 ed altrettanto per TR2 (TO-39), basta che sia in grado di pilotare RL1.
IC1 è un “vulgaris” LM741, ma può andare altrettanto bene qualsiasi altro operazionale in vostro possesso.
RL1 è un relè 12 V, uno scambio.
Per accumulatori diversi da quelli automobilistici, accertate la tensione massima di ricarica e, per tale valore, tarate il dispositivo.