presenta
DUE ALIMENTATORI IN PARALLELO
e...come "shuntare" in pratica un amperometro (anche senza conoscerne la resistenza interna)
(realizzazione di gruppo)
Recentemente io e l'amico Alberto IZ1NER abbiamo acquistato su E-Bay alcuni... (due a testa) alimentatori switching, 15 Volt, 30 Ampere; il prezzo era eccellente: 22 Euro cadauno (e si rompa il collo...), spedizione compresa.
Questo perchè, dopo un primo acquisto di Alberto, mi era balenata l'idea di porne due in parallelo, per un totale di 60 Ampere (al costo di 44 Euro; ditemi se si sarebbe potuto fare di meglio con il prezzo...). Sottaccio la marca di tali alimentatori per evidenti motivi di pubblicità, ma girando su E-Bay li troverete senz'altro. Abbiamo tenuto un QSO concitato in 6 metri, cui ha partecipato proficuamente, anche l'amico OM IK1TZK Daniele, ed alla fine abbiamo convenuto che la cosa sarebbe stata fattibile, senza ritorni di corrente di uno sull'altro a seguito di piccole differenze di tensione in uscita, semplicemente ponendo in serie a ciascuna uscita un diodo da 40 A. Il raffreddamento poteva essere ottenuto fissando gli anodi di entrambi i diodi su di un dissipatore con ventola del tipo usato per il Pentium IV da 3 GHz che, ben si sa, quando era in auge, era una vera e propria stufetta. Essendo in parallelo, gli anodi dei due diodi potevano essere avvitati senz'altra preoccupazione, previa foratura e filettatura, sul corpo stesso del dissipatore, il quale, a sua volta doveva risultare, naturalmente, isolato dalla massa e dalla carcassa del contenitore. In più Alberto, abBonDante.mente (però a Berlino Dante dice la verità), voleva aggiungere anche l'amperometro, che già possedeva, ma da soli 6 A di fondo scala; era necessario, a parte le formule per calcolarlo, definirne la costruzione all'atto pratico dello shunt per un fondo scala di 60 A, perchè dal calcolo teorico abbiamo convenuto che avrebbe dovuto avere una resistenza dell'ordine di 1-2 milliOhm, vattelapesca!! Ma in questo sono venuti in aiuto gli amici saggi che hanno consigliato: a) il filo di ferro come materiale, perchè possiede un coefficiente di dilatazione termica più contenuto del rame e dell'ottone; b) fare prima scorrere nell'amperometro in predicato una corrente tale fino a leggere 5 ampere esatti; c) fissare meccanicamente lo shunt in parallelo allo strumento, al bando le saldature che rischiano di introdurre resistenze parassite maggiori dello shunt stesso; d) trovare sperimentalmente la lunghezza più adatta per eccesso di tale shunt onde vedere scorrere nell'amperometro poco più di 0,5 A; e) agire di lima fino al conseguimento del valore desiderato per leggere sullo strumento una corrente di 0,5 A esatti. Non abbiamo certo ottenuto uno strumento di alta precisione, però più che accettabile ed il preziosismo è valso la candela. C'è da dire inoltre che le ventole di raffreddamento sono silenziosissime, però se porrete questi alimentatori molto vicino (a qualche centimetro) all'apparato da alimentare, disturbano in sottofondo, cosa che però si avverte leggermente solo durante le pausa del parlato in FM. Tengo a precisare, per i più esigenti, che, con un po' di lavoro, in questi alimentatori è possibile sostituire il trimmer di regolazione della tensione posto sulla scheda del dispositivo con un potenziometro separato, in modo da renderli regolabili. Alberto ha sistemato i due alimentatori entro il contenitore di un altro alimentatore (di cui si vede il trasformatore) sistemandoli appaiati e disposti su di un fianco, con lo spazio necessario per la circolazione dell'aria, i due diodi sono fissati su di un dissipatore. Ora è contentissimo: ha il suo ennesimo alimentatore di tutto rispetto a prezzo modico...non per niente siamo in provincia di Genova!! M'assale un dubbio, che nulla ha a che fare, con l'argomento in corso: Mao Tse-tung era islamico o MaoMetto era cinese?
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