Presenta:
Elettropesca con elettrostorditore.
Elevatore di tensione a scarica ripetitiva
di IZ1TQI Aldo, RCT #030
e-mail: [email protected]
Il presente progetto è esclusiva elaborazione e relizzazione del sottoscritto, risalente in origine ad oltre 25 anni fa, dietro commissione di un amico biologo di cui taccio il nome, ma il cui scopo era quello di avere un elettrostorditore per l’elettropesca dal peso quanto più contenuto possibile, per la cattura a scopo di studio di alcune specie ittiche.
Premetto che tale congegno può risultare di un’estrema pericolosità qualora non vengano rispettati gli accorgimenti, la perizia e la prudenza del caso.
Si tratta di un circuito da battaglia, nel vero senso della parola: robusto, semplice, di buona autonomia, spallabile (1,5Kg); per il resto sta all’inventiva, all’immaginazione, all’estrosità di ciascuno di voi vederne e prevederne l’impiego legittimo, l’utilizzazione corretta ed escluderne ogni eventuale uso abnorme o abuso in contrasto con le vigenti leggi.
In Italia non mi risulta permessa una pesca di questo genere, cosa che pare invece sia consentita in altre nazioni, vi fornisco alcuni link sull’argomento:
http://pescambiente.blogspot.it/2012/01/pesca-onlus.html
http://paperfishbiology.blogspot.it/2010/09/elettropesca-strumento-prezioso-o.html
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2007-4018+0+DOC+XML+V0//IT
il successivo link riguarda la regione Lombardia:
http://www.ersaf.lombardia.it/upload/ersaf/gestionedocumentale/2013.06.01_BUCCHINI_784_14095.pdf
Personalmente non mi voglio pronunciare nel merito, pertanto vi presento il marchingegno alle condizioni che seguono.
Ci sono circuiti che vengono palesemente descritti come apparecchietti spia ambientale o telefonica, ma l’autore avverte: ”badate che le leggi ne vietano l’uso, io ve li descrivo a titolo di sperimentazione a di conoscenza”.
I coltelli sono in commercio poiché l’uso prevede che con essi si tagli il pane, la carne e quant’altro senza nuocere ad altri; le automobili, terribili strumenti di morte per sé e per gli altri (3000-4000 morti all’anno sulla strade), vengono vendute con la dizione: ”morti sì, ma non voluti”, eppure le adoperiamo sapendo d’essere sicuri di salirvi a bordo, ma non altrettanto sicuri di ridiscenderne incolumi.
Le sigarette poi sono vendute con la definizione di sicuro strumento di morte: “ il fumo uccide”, “il fumo nuoce gravemente alla salute”, per poter giustificare, a mio giudizio, la droga, la quale invece “giova grandemente ai trafficanti di stupefacenti”.
Esistono libri, in libera vendita, in cui si descrive come costruire bombe, come preparare veleni, però sempre a titolo di conoscenza, di consapevolezza, di cultura, non certo di istigazione verso usi impropri.
Anche poi se fosse il contrario, la legge non punisce e non può punire le sole intenzioni : esse ricadono nella sfera della morale, dell’etica o della religione, non del diritto che esige fatti concreti; pertanto anche io, a titolo di apprendimento, vi presento questo elaborato che potrebbe divenire strumento del Diavolo se realizzato con scopi perversi.
Altro non voglio aggiungere; il collega I0QMN Nicola dice a certi radioamatori: ” Siete tutti pescatori” perché usano antenne fatte con le canne da pesca; bene, in questo specifico caso, forse potrei affermarlo anche io, ma sempre a puro titolo di esperienza elettronica.
Premetto che tale congegno può risultare di un’estrema pericolosità qualora non vengano rispettati gli accorgimenti, la perizia e la prudenza del caso.
Si tratta di un circuito da battaglia, nel vero senso della parola: robusto, semplice, di buona autonomia, spallabile (1,5Kg); per il resto sta all’inventiva, all’immaginazione, all’estrosità di ciascuno di voi vederne e prevederne l’impiego legittimo, l’utilizzazione corretta ed escluderne ogni eventuale uso abnorme o abuso in contrasto con le vigenti leggi.
In Italia non mi risulta permessa una pesca di questo genere, cosa che pare invece sia consentita in altre nazioni, vi fornisco alcuni link sull’argomento:
http://pescambiente.blogspot.it/2012/01/pesca-onlus.html
http://paperfishbiology.blogspot.it/2010/09/elettropesca-strumento-prezioso-o.html
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2007-4018+0+DOC+XML+V0//IT
il successivo link riguarda la regione Lombardia:
http://www.ersaf.lombardia.it/upload/ersaf/gestionedocumentale/2013.06.01_BUCCHINI_784_14095.pdf
Personalmente non mi voglio pronunciare nel merito, pertanto vi presento il marchingegno alle condizioni che seguono.
Ci sono circuiti che vengono palesemente descritti come apparecchietti spia ambientale o telefonica, ma l’autore avverte: ”badate che le leggi ne vietano l’uso, io ve li descrivo a titolo di sperimentazione a di conoscenza”.
I coltelli sono in commercio poiché l’uso prevede che con essi si tagli il pane, la carne e quant’altro senza nuocere ad altri; le automobili, terribili strumenti di morte per sé e per gli altri (3000-4000 morti all’anno sulla strade), vengono vendute con la dizione: ”morti sì, ma non voluti”, eppure le adoperiamo sapendo d’essere sicuri di salirvi a bordo, ma non altrettanto sicuri di ridiscenderne incolumi.
Le sigarette poi sono vendute con la definizione di sicuro strumento di morte: “ il fumo uccide”, “il fumo nuoce gravemente alla salute”, per poter giustificare, a mio giudizio, la droga, la quale invece “giova grandemente ai trafficanti di stupefacenti”.
Esistono libri, in libera vendita, in cui si descrive come costruire bombe, come preparare veleni, però sempre a titolo di conoscenza, di consapevolezza, di cultura, non certo di istigazione verso usi impropri.
Anche poi se fosse il contrario, la legge non punisce e non può punire le sole intenzioni : esse ricadono nella sfera della morale, dell’etica o della religione, non del diritto che esige fatti concreti; pertanto anche io, a titolo di apprendimento, vi presento questo elaborato che potrebbe divenire strumento del Diavolo se realizzato con scopi perversi.
Altro non voglio aggiungere; il collega I0QMN Nicola dice a certi radioamatori: ” Siete tutti pescatori” perché usano antenne fatte con le canne da pesca; bene, in questo specifico caso, forse potrei affermarlo anche io, ma sempre a puro titolo di esperienza elettronica.
Vediamone ora il funzionamento
come occasione di solo apprendimento ed esclusiva esperienza tecnica.
L’elevatore di tensione, da 12 V continui a 400-500V alternati, è costituito dai transistors T5-T6 (2N1711- 2N3055) che formano un oscillatore libero assieme al trasformatore di tensione TR1; esso è un comune trasformatore da una ventina di watt con primario a 220V e due secondari da 6+6V.
Usando per T6 un 2N3772 la tensione può salire a 500-700V e aumenta la corrente fornita, naturalmente il 2N3772 è preferibile, R9 dovrà però assumere il valore di 2,2 KOhm, 1/2W. E' possibile usare per T5 un BDX53 C che favorisce una maggiore tensione e una corrente più intensa, ma R9 salirà a 56-80 KOhm, 1/2 W; attenti però che un comune trasformatore per 220V potrebbe non avere un adeguato isolamento e archeggiare tra uno strato di spire e l'altro.
La tensione così generata viene raddrizzata da D4, D5 e la relativa corrente è accumulata nel condensatore elettrolitico C1 di cui più della capacità importa la tensione di lavoro: almeno 500VL; mettendo due condensatori da 400-500VL in serie è ancor meglio.
Quando il circuito, costituito da T1-T2, rileva su C1 la tensione voluta (tarabile tramite R11 ed R12) Ln si accende, T3 entra in conduzione, RL1 commuta permettendo la scarica di C1, ad esempio, nell’acqua a scopo di elettrolisi o attraverso una recinzione isolata dal suolo qualora un animale (un cinghiale, un toro, una pecora) la tocchi; contemporaneamente T4 conduce e provoca lo spegnimento dell’elevatore di tensione.
Quando la tensione di C1, a seguito della sua scarica, scende al di sotto di una certa soglia, T3 s’interdice, RL1 interrompe il contatto e T4, cessando di condurre a sua volta, permette nuovamente il funzionamento dell’elevatore di tensione. Il ciclo si ripete anche 10-20 volte al secondo (dipende dalla capacità di C1 e dalla velocità con cui si scarica) a condizione che C1 possa scaricarsi adeguatamente; se C1 non può scaricarsi rimane carico e sottoposto unicamente alle proprie perdite del dielettrico, e l’oscillatore elevatore resta spento. Ho aggiunto C3 da 0,1uF 1000uL per limitare lo scintillio dei contatti del relè, ma potrebbe dare dei problemi di dispersione di corrente sul carico, nel qual caso eliminatelo.
La lampadina al neon Ln può essere utilizata, a vista, come spia di funionamento.
Naturalmente gli elettrodi sono due: uno dev’essere posto a terra e l’altro alla recinzione oppure entrambi nell’acqua debitamente acidulata se volete ottenere idrogeno al positivo e ossigeno al negativo, se invece cercate lombrichi per la pesca, vangate il terreno, bagnatelo e poi applicate gli elettrodi ad una certa distanza l’uno dall’altro; i lombrichi affioreranno dal terreno.
Non sottovalutate l’estrema pericolosità qualora il corpo umano venga attraversato ripetutamente da tali impulsi di corrente, dunque prudenza e cautela estreme!!!.
Tanto maggiore è la capacità di C1, tanto maggiore è la possibilità di folgorazione; pertanto è già buona accortezza limitare C1 da 1uF a 8uF; se però desiderate scariche molto forti, portate C1 a 50-100uF: la frequenza di scarica diminuirà, ma avrete scariche molto nutrite. Per chi desiderasse un lampeggiatore ripetitivo per lampade flash (circa un lampo al secondo) porti C1 a 500uF, ma attenzione a non illuminarvi d’immenso.
Non trascurate che Il marchingegno è foriero di disturbi elettromagnetici e va usato almeno a 20-50 metri da ricevitori radio o altro.
Note finali: il relè RL1 può essere sostituito (ve ne do lo schema di principio) da un circuito a tiristori (SCR) che renderebbe molto più rapido l’intervento di scarica, ovviando all’inerzia del relè; in questo caso viene eliminato T3 con annessi e connessi.
Naturalmente andrà previsto un interruttore onde consentire o interromprere il funzionamento.
Un modesto dissipatore termico per T6 attorno ai 2-3 C°/W, diciamo 6x5 cm, con alette, è indispensabile, anche se il funzionamento è intermittente .
La batteria può essere un comune accumulatore da 12V, 7 A/h, per ottenere un funzionamento continuo di 4-5 ore.
La lampadina al neon può essere quella da elettrodomestici (220 V) togliendole la resistenza che ha in serie (ma non privatene la vostra lavatrice).
Non fate funzionare a lungo il circuito elevatore di tensione prima della taratura della tensione massima e minima su C1, poichè il trasformatore, adatto alla tensione dei 220 V sul primario, potrebbe generare, a vuoto, anche più di mille volt e provocare scintillamento o cortocircuiti tra le spire dell'avvolgimento; l'ideale sarebbe spacchettarlo, svolgere le spire del primario e riavvolgerle separando con strati isolanti uno strato di spire dall'altro.
Il trasformatore TR1 (30 W) puo essere commissionato ad una ditta che avvolge trasformatori, specificando di isolare bene l'avvolgimento dei 220V tra strato e strato di spire.
Diversamente se avete pazienza vi do i parametri per l'autocostruzione:
si tratta di realizzare un comune trasformatore monofase per la frequenza di 50 Hz, con nucleo da 30 W realizzato in lamierini ad E a granuli orientati, con un avvolgimento per 220 V (primario) e due da 6 V cadauno (secondario).
Sezione del nucleo 7,5 cmq per ottenere una potenza di 30-35W ;
avvolgimento in bassa tensione (6V+6V): avvolgimento bifilare di 30 spire con filo di diametro 0,8 mm; la fine di un avvolgimento dev'essere collegato con l'inzio dell'altro, affinchè siano in fase;
avvolgimento in alta tensione: avvolgimento monofilare 1110 spire, con filo di diametro 0,4 mm; uno strato isolante tra uno strato e l'altro di spire;
i lamierini devono essere con induzione magnatica B = 1,2 Weber / cmq.
Se le spire del primario saranno di più, aumenterà la tensione ottenibile e nulla succederà se le spire del secondario sarnno in numero maggiore di quanto consigliato, non diminuitele però, senza sapere quel che fate. Se la sezione del nucleo sarà maggiore di quella consigliata, le spire saranno in numero minore:
per 40 W, sezione nuclo = 8,5 cmq
primario 975 spire, diametro 0,4 mm
secondario 26 + 26 spire, diamtetro 0,8 mmr;
per 50 W, sezione nucleo = 9,5 cmq
primario 870 spire, diametro 0,5 mm
secondario 24 + 24 spire, diametro 1 mm.
Il nucleo potrebbe essere benissimo su ferrite ad E o toroide, ma in questo caso le spire vanno ricalcolate a seconda delle caratteristiche del nucleo.
L’elevatore di tensione, da 12 V continui a 400-500V alternati, è costituito dai transistors T5-T6 (2N1711- 2N3055) che formano un oscillatore libero assieme al trasformatore di tensione TR1; esso è un comune trasformatore da una ventina di watt con primario a 220V e due secondari da 6+6V.
Usando per T6 un 2N3772 la tensione può salire a 500-700V e aumenta la corrente fornita, naturalmente il 2N3772 è preferibile, R9 dovrà però assumere il valore di 2,2 KOhm, 1/2W. E' possibile usare per T5 un BDX53 C che favorisce una maggiore tensione e una corrente più intensa, ma R9 salirà a 56-80 KOhm, 1/2 W; attenti però che un comune trasformatore per 220V potrebbe non avere un adeguato isolamento e archeggiare tra uno strato di spire e l'altro.
La tensione così generata viene raddrizzata da D4, D5 e la relativa corrente è accumulata nel condensatore elettrolitico C1 di cui più della capacità importa la tensione di lavoro: almeno 500VL; mettendo due condensatori da 400-500VL in serie è ancor meglio.
Quando il circuito, costituito da T1-T2, rileva su C1 la tensione voluta (tarabile tramite R11 ed R12) Ln si accende, T3 entra in conduzione, RL1 commuta permettendo la scarica di C1, ad esempio, nell’acqua a scopo di elettrolisi o attraverso una recinzione isolata dal suolo qualora un animale (un cinghiale, un toro, una pecora) la tocchi; contemporaneamente T4 conduce e provoca lo spegnimento dell’elevatore di tensione.
Quando la tensione di C1, a seguito della sua scarica, scende al di sotto di una certa soglia, T3 s’interdice, RL1 interrompe il contatto e T4, cessando di condurre a sua volta, permette nuovamente il funzionamento dell’elevatore di tensione. Il ciclo si ripete anche 10-20 volte al secondo (dipende dalla capacità di C1 e dalla velocità con cui si scarica) a condizione che C1 possa scaricarsi adeguatamente; se C1 non può scaricarsi rimane carico e sottoposto unicamente alle proprie perdite del dielettrico, e l’oscillatore elevatore resta spento. Ho aggiunto C3 da 0,1uF 1000uL per limitare lo scintillio dei contatti del relè, ma potrebbe dare dei problemi di dispersione di corrente sul carico, nel qual caso eliminatelo.
La lampadina al neon Ln può essere utilizata, a vista, come spia di funionamento.
Naturalmente gli elettrodi sono due: uno dev’essere posto a terra e l’altro alla recinzione oppure entrambi nell’acqua debitamente acidulata se volete ottenere idrogeno al positivo e ossigeno al negativo, se invece cercate lombrichi per la pesca, vangate il terreno, bagnatelo e poi applicate gli elettrodi ad una certa distanza l’uno dall’altro; i lombrichi affioreranno dal terreno.
Non sottovalutate l’estrema pericolosità qualora il corpo umano venga attraversato ripetutamente da tali impulsi di corrente, dunque prudenza e cautela estreme!!!.
Tanto maggiore è la capacità di C1, tanto maggiore è la possibilità di folgorazione; pertanto è già buona accortezza limitare C1 da 1uF a 8uF; se però desiderate scariche molto forti, portate C1 a 50-100uF: la frequenza di scarica diminuirà, ma avrete scariche molto nutrite. Per chi desiderasse un lampeggiatore ripetitivo per lampade flash (circa un lampo al secondo) porti C1 a 500uF, ma attenzione a non illuminarvi d’immenso.
Non trascurate che Il marchingegno è foriero di disturbi elettromagnetici e va usato almeno a 20-50 metri da ricevitori radio o altro.
Note finali: il relè RL1 può essere sostituito (ve ne do lo schema di principio) da un circuito a tiristori (SCR) che renderebbe molto più rapido l’intervento di scarica, ovviando all’inerzia del relè; in questo caso viene eliminato T3 con annessi e connessi.
Naturalmente andrà previsto un interruttore onde consentire o interromprere il funzionamento.
Un modesto dissipatore termico per T6 attorno ai 2-3 C°/W, diciamo 6x5 cm, con alette, è indispensabile, anche se il funzionamento è intermittente .
La batteria può essere un comune accumulatore da 12V, 7 A/h, per ottenere un funzionamento continuo di 4-5 ore.
La lampadina al neon può essere quella da elettrodomestici (220 V) togliendole la resistenza che ha in serie (ma non privatene la vostra lavatrice).
Non fate funzionare a lungo il circuito elevatore di tensione prima della taratura della tensione massima e minima su C1, poichè il trasformatore, adatto alla tensione dei 220 V sul primario, potrebbe generare, a vuoto, anche più di mille volt e provocare scintillamento o cortocircuiti tra le spire dell'avvolgimento; l'ideale sarebbe spacchettarlo, svolgere le spire del primario e riavvolgerle separando con strati isolanti uno strato di spire dall'altro.
Il trasformatore TR1 (30 W) puo essere commissionato ad una ditta che avvolge trasformatori, specificando di isolare bene l'avvolgimento dei 220V tra strato e strato di spire.
Diversamente se avete pazienza vi do i parametri per l'autocostruzione:
si tratta di realizzare un comune trasformatore monofase per la frequenza di 50 Hz, con nucleo da 30 W realizzato in lamierini ad E a granuli orientati, con un avvolgimento per 220 V (primario) e due da 6 V cadauno (secondario).
Sezione del nucleo 7,5 cmq per ottenere una potenza di 30-35W ;
avvolgimento in bassa tensione (6V+6V): avvolgimento bifilare di 30 spire con filo di diametro 0,8 mm; la fine di un avvolgimento dev'essere collegato con l'inzio dell'altro, affinchè siano in fase;
avvolgimento in alta tensione: avvolgimento monofilare 1110 spire, con filo di diametro 0,4 mm; uno strato isolante tra uno strato e l'altro di spire;
i lamierini devono essere con induzione magnatica B = 1,2 Weber / cmq.
Se le spire del primario saranno di più, aumenterà la tensione ottenibile e nulla succederà se le spire del secondario sarnno in numero maggiore di quanto consigliato, non diminuitele però, senza sapere quel che fate. Se la sezione del nucleo sarà maggiore di quella consigliata, le spire saranno in numero minore:
per 40 W, sezione nuclo = 8,5 cmq
primario 975 spire, diametro 0,4 mm
secondario 26 + 26 spire, diamtetro 0,8 mmr;
per 50 W, sezione nucleo = 9,5 cmq
primario 870 spire, diametro 0,5 mm
secondario 24 + 24 spire, diametro 1 mm.
Il nucleo potrebbe essere benissimo su ferrite ad E o toroide, ma in questo caso le spire vanno ricalcolate a seconda delle caratteristiche del nucleo.
Esempio di elettropesca
http://paperfishbiology.blogspot.it/2010/09/elettropesca-strumento-prezioso-o.html
Taratura:
ad apparecchio spento:
applicate su a,b il tester , predisposto sulla portata 1000V C.C.;
ruotate i trimmer R11 ed R12 per la loro massima resistenza.
Accendete l’apparecchio e non trascurate ogni santissima prudenza:
RL1 dovrebbe scattre ed Ln si accendersi, cosa che dovrebbe accadere quando la tensione su C1 è salita attorno ai 200-250 V ed anche più;
se C1 non ha perdite nel dielettrico tale tensione permane a lungo invariata, allora, ad apparecchio spento, applicate su a,b una resistenza di alto valore 1MOhm, ad esempio, in modo che C1 si scarichi abbastanza lentamente;
quando su C1 è presente la tensione minima di soglia, RL1 torna a riposo ed Ln1 si spegne, il ciclo si ripete;
prendete nota della tensione alla quale Ln si spegne, questa è la tensione minima di riarmo;
ora con R12 potrete aumentare questa tensione minima;
con R11 invece è possibile aumentare la tensione massima di carica di C1;
tenendo d'occhio Ln, proseguite alternativamente nella regolazione di R12 e R11 fino a raggiungere la tensione massima voluta su C1 e la tensione minima di spegnimento sempre su C1;
mi raccomando ruotate R12 molto lentamente.
Con R6 dovreste regolare l’isteresi del trigger di Schmitt (T1, T2), ma tutto sommato non ha molta importanza; potete anche eliminare R6 dal circuito.
quello che importa invece è determinare con R11 la soglia di riarmo del marchingegno, insomma la tensione minima, su C1, per cui si ha la commutazione in ricarica e la riaccensione dell’oscillatore elevatore.
Potrebbe essere, a seconda delle esigenze, più utile che C1(tarato a 500V) non si scarichi più di un tanto, ma che resti a tensione intermedia (300V), in questo caso la frequenza di commutazione sarebbe più elevata (compatibilmente con l’inerzia del relè) e maggiore il rendimento poichè il condensatore esprime la sua massima corrente nei primi attimi di scarica.
Con 800 V di tensione e su 2200 Ohm di carico, C1 esprime una corrente media istantanea (per qualche millisecondo) di circa 360 mA, vale a dire per una potenza istantanea di quasi 300 VA; su di un carico di 1000 Ohm sono 800 mA per una potenza di circa 650 VA, ma per un tempo più breve; su di un carico di 5000 Ohm, la corrente sarà di 160 mA e la potenza di circa 130 VA.
Nel caso usaste la scarica con Thiristore (SCR) la suddetta frequenza potrebbe raggiungere valori abbastanza rilevanti (forse 200-500Hz), il chè, in buona sostanza, dipende solo dalla potenza dell’oscillatore libero e quindi dalla intensità (“quantità”) di corrente fornita, però in tal caso C1 si deve scaricare completamente altrimenti l'SCR, dopo la prima eccitazione, persisterà nello stato di conduzione e la cosa non è piana nè facile.
Potenziando l'oscillatore libero, elevatore di tensione, naturalmente è possibile ottenere tensioni più elevate e cariche molto più rapide di C1, nella sottostante figura viene data qualche modifica di potenziamento: TR1 dovrà essere almeno da 30-40W; per ottenere i 1000VL di isolamento di C1, porre in serie due condensatori da 500VL, ma di capacità doppia rispetto a quella voluta. A queste condizioni C1 può essere aumentato in capacità, fornendo, di conseguenza, una potenza istantanea assai maggiore.
Personalmente consiglio questo secondo circuito.
Con questo apparecchio si potrebbe studiare l’effetto della corrente elettrica sulle piante; determinare un suolo più conduttore da uno meno in base alla frequenza di funzionamento; determinare la resistenza stessa del suolo prendendo i tempi si scarica di C1; possedere una sorgente impulsiva ad alta tensione e a elevata corrente, senza ricorrere a pesanti trasformatori od altro; infine (“Quis vetat dicere verum?”)si potrebbe ottenere un ottimo elettrostorditore per l’elettropesca, infatti per tale è stato, a suo tempo, stoicamente collaudato dal sottoscritto in una vasca rotonda di 1,50 m di diametro, piena d'acqua potabile, dopo aver conferito a C1 il valore di 22 uF, 1200VL ( tre condensatori in serie da 68 uF 400VL), per una tansione massima di 700V e minima di 400V.
La sensazione che si ha immergendo una mano è di una scossa ripetitiva fortissima, con intensa contrazione delle articolazioni e tendenza alla temporanea paralisi muscolare all'arto stesso.
In specchi d'acqua dolce e più vasti (con elettrodi distanziati di vari metri) chiaramente l'effetto diminuisce, ma non so dire di quanto (dipende dalla conduttanza dell'acqua e dalla superficie di contatto con l'acqua degli elettrodi); l'amico di cui sopra, a suo tempo, mi disse che il congegno, in acqua dolce, svolgeva il suo compito decorosamente.
Ho parlato tanto e, a questo punto, non ravvedo altro da aggiungere, a voi l'ardua sentenza.
La sensazione che si ha immergendo una mano è di una scossa ripetitiva fortissima, con intensa contrazione delle articolazioni e tendenza alla temporanea paralisi muscolare all'arto stesso.
In specchi d'acqua dolce e più vasti (con elettrodi distanziati di vari metri) chiaramente l'effetto diminuisce, ma non so dire di quanto (dipende dalla conduttanza dell'acqua e dalla superficie di contatto con l'acqua degli elettrodi); l'amico di cui sopra, a suo tempo, mi disse che il congegno, in acqua dolce, svolgeva il suo compito decorosamente.
Ho parlato tanto e, a questo punto, non ravvedo altro da aggiungere, a voi l'ardua sentenza.
73 de IZ1TQI, Aldo
Pubblicazione del 04/04/2014
elaborazione del 1988
elaborazione del 1988