presenta
Filtri crossover: come costruirli
prima parte
di IZ1TQI Aldo (de Roderigo) - RCT #030
Con l'avvento dei filtri digitali è venuto molto meno l'interesse per i filtri audio, realizzati con induttanze (bobine) e capacità (condensatori); vorrei con questa pagina ravvivare l'interesse per i filtri analogici fai da te, indicando quanto necessario alla loro costruzione.
Essendomi capitata tra le mani una vecchissima trattazione riguardante l'argomento, pubblicata da Nuova Elettronica, entro subito nel vivo.
La riproduzione, senza distorsione, degli altoparlanti è fondamentale negli impianti ad alta fedeltà; però tutto questo è possibile con un'adeguata cassa acustica e con i famosi filtri bifonici, detti crossover.
E' un errore possedere amplificatori in grado di riprodurre fedelmente, senza attenuazioni o distorsioni, tutto lo spettro sonoro ( 20-20000 Hz) se poi viene trascurato l'elemento più importante: l'altoparlante. Per esempio già con un solo altoparlante è impossibile riprodurre tutto questo ampio spettro, quindi per ottenere la completa riproduzione di tutti i suoni è indispensabile l'uso di almeno due altoparlanti: uno per le note medio-basse e l'altro per quelle medio-acute; ma non basta, è anche tuttavia indispensabile che a ciascun altoparlante giungano solo le frequenze sonore che è in grado di riprodurre.
Per questo vaglio si impiegano dei filtri particolari, conosciuti con il nome di crossover, che , tra l'altro, riducono anche la distorsione generata degli altoparlanti, specialmente se sono di tipo economico. Tale distorsione è dovuta principalmente all'effetto Doppler e all'intermodulazione generata dal cono con sè stesso, poichè agisce come miscelatore; insomma due frequenze emesse dallo stesso altoparlante interagiscono durante la riproduzione con due effetti: l'uno che la pù bassa modula la più alta (come la bassa frequenza modula la portante a.f.) e l'altro che si generano altre due frequenze (le bande laterali), dovute alla somma e alla differenza delle prime..
Pertanto lo scopo di questi filtri crossover è quello di separare le gamme acustiche, in modo tale che ad uno stesso riproduttore non giungano frequenze che possano produrre effetti di intermodulazione.
E' chiaro che, in questo processo di separazione, non è possibile un taglio netto, come con un coltello, pertanto avremo una frequenza riprodotta in egual misura da entrambi gli altoparlanti, tale frequenza si chiama frequenza d'incrocio (Fi) ed una gamma di altre frequenze, nell'intorno della Fi, riprodotte leggermente esaltate dall'uno e leggermente attenuate dell'altro riproduttore acustico. .
In figura 1 è rappresentata la curva caratteristica di un filtro con 18 dB/ottava di attenuazione e con frequenza d'incrocio (F1) di 500 Hz; si può osservare che entrambi gli altoparlanti ricevono tale frequenza (Fi) con un'attenuazione di 4 dB; alla prima ottava inferiore, cioè a 250 Hz, l'altoparlante dei bassi riceve questa frequenza senza alcuna attenuazione (0 dB), mentre quello degli acuti presenta un'attenuazione di 18 dB. Se ora si passa all'ottava superiore, 1000 Hz, si può osservare che l'altoparlante degli acuti, non presenta alcuna attenuazione (0 dB), mentre quello dei bassi riceve con un'attenuazione di 18 dB. Allora, anche se non esiste una precisa regola, ha molta importanza, ai fini del risultato, la scelta dell Fi.
Allo scopo è consigliabile scegliere la Fi di 500 Hz, perchè con valori superiori (800-900 Hz) si avrebbero due bande laterali molto fastidiose, con valori più bassi (300-400 Hz) si potrebbe avere un'attenuazione dei toni medi.
Utilizzando invece tre altoparlanti: uno per i toni bassi, uno per i medi e il terzo per gli acuti (Tweeter), cosa che comporterebbe l'impiego di due filtri, si può avere una Fi di 400-500Hz per il primo e una Fi di 2000Hz per il secondo.
Nella realtà pratica ciascuno sceglierà la o le frequenze d'incrocio compatibili con le caratteristiche delle casse acustiche e degli altoparlanti a disposizione, tenuto conto che nulla osta di esaltare solo una parte di tutta la gamma sonora, ad esempio i bassi, con una riproduzione, quindi, non lineare.
La pratica e l'esperienza hanno, nel tempo, messo in luce che l'optimum, in materia, è raggiunto con filtri che presentino un'attenuazione di 18 dB/ottava o comunque con filtri la cui attenuazione minima sia di 12 dB/ottava, sono di effetto scadente i filtri con attenuazione di 6 dB/ottava. .
Per completezza di trattazione incomincerò dal più semplice filtro da realizzare, essendo costituito da una bobina passa-basso e da un condensatore passa-alto, cioè dal filtro bifonico da 6 dB/otta, di cui possiamo distinguere due configurazioni: una con ingresso parallelo e l'altra con ingresso serie, vedi figura 2.
Le formule per dimensionare i componenti sono le seguenti:
L1 = ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi );
C1 = 1000000 : ( 6,28 x Fi x R ) , in cui:
L1, l'induttanza, è espresso in milliHenry, R, l'impedenza dell'altoparlante, è espressa in Ohm, Fi, la frequenza d'incrocio o taglio, in Hz e C1, la capacità, in microFarad.
In figura 2, ad uso e consumo di chi ama, legittimamente, i dati belli e confezionati, è anche presente una tavola in cui sono mostrati vari parametri, riguardanti L1 e C1, a seconda della frequenza d'incrocio e dell'impedenza degli altoparlanti.
Vi voglio anche fornire una formula pratica che, in buona approssimazione, permette il calcolo del numero delle spire di L1, da avvolgere nel rocchetto che fungerà da supporto.
N² = { 10100 x L1 x [100 - ( L1 + √L1 ) ] } e quindi:
D
N =√ N², in cui:
N è il numero delle spire, L1 è l'induttanza della bobina espressa in milliHenry, D è il diametro del rocchetto, espresso in mm.
Parte seconda
Riprendendo il discorso vorrei puntualizzare, non avendolo fatto prima, che quanto detto finora si riferisce, per brevità, ad un solo canale stereofonico Hi Fi, pertanto il discorso deve valere doppio.
Con questa seconda parte completo quanto lasciato, per gentil dispetto, in sospeso: anzicchè utilizzare condensatori a carta o a olio, che sono difficili da reperire o non esistono in commercio, di capacità così elevata, o sono costosi, potrete, come ripiego, utilizzare o dei condensatori in poliestere se possibile oppure dei comuni condensatori elettrolitici da 250 VL, collegati in serie: positivo con positivo o negativo con negativo, vedi figura 2a; in questo modo si annulla la polarizzazione.
Tali condensatori dovranno essere di capacità doppia rispetto al richiesto; sarà anche buona norma collegare loro in parallelo un condensatore a carta, oppre in poliestere di buona qualità, da 1 microFarad o più. Ciò si rende necessario poichè gli elettrolitici variano la loro capacità in funzione della frequenza (la capacità diminuisce all'aumentare della frequenza) per cui con questo artificio si ovvia sufficientemente a questo difetto.
Ma i difetti degli elettrolitici non finiscono qui: hanno anche delle tolleranze elevate che vanno da un minimo del 20% fin oltre il 40%.
Per ridurre l'eventualità di scostarsi troppo dai valori necessari, proprio a causa di queste tolleranze, può essere buona norma misurarli con il capacimetro se la scala di questo lo consente, oppure di effettuare un parallelo di tre coppie di elettrolitici posti in serie, ad esempio necessitando di 75 uF, se ne metteranno tre coppie in serie da 50 uF cadauno, poste, a loro volta, in parallelo; in questo modo c'è buona possibilità di compensare gli eccessi di tolleranza in più e in meno, vedi figura 2b.
Pere quel che riguarda il diametro del rocchetto, al quale si riferisce la formula di calcolo, esso è indicato in figura 3; tale figura mostra anche un filtro bifonico da 10 dB/ottava, sia nella configurazione parallelo sia in quella serie.
Acusticamente migliore del precedente, trova largo impiego nella realizzazione di filtri a tre vie, ossia con tre altoparlanti , e negli amplificatori di bassa e media potenza.
L'induttanza L1 e la capacità C1 costituiscono il filtro passa-basso, mentre la capacità C2 e l'induttanza L2 il filtro passa-alto.
.
Le formule per dimensionare i componenti nella versione con ingresso in parallelo sono:
L-1-L2 in milliHenry = ( 1410 x R ) : (6,28 x Fi );
C1-C2 in microFarad = 1000000 : ( 1,41 x 6,28 x Fi x R ).
Le seguenti formule invece si riferiscono alla versione con ingresso in serie:
L-1-L2 in milliHenry = ( 1000 x E ) : ( 1,41 x 6,28 x Fi );
C1-C2 in microFarad = ( 1,41 x 1000000 ) : (6,28 x Fi x R ).
Passo ora ad illustrare, in figura 4, lo schema del filtro bifonico con attenuazione di 12 dB/ottava ed ingresso in parallelo.
Per ottenere un filtro delle caratteristiche succitate occorre modificare i valori dei componenti rispetto a ciascuno dei precedenti e corrispondenti tipi.
I parametri delle formule sono:
L1 in milliHenry = [ ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi ) ] x 1,6;
L2 in milliHenry = ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi );
C1 in microfarad = 1000000 : ( 6,28 x Fi x R );
C2 in microfarad = [ ( 1000000 : ( 6,28 x Fi x R )] x 0,62.
Per ora mi fermo qui, non perdete la continuazione, che verrà stilata e aggiunta, a proseguire, in questa stessa pagina e successivamente al presente testo.
La prossima volta affronterò i filtri con attenuazione di -18 dB/ottava, fornendo la tabella dei valori per alcune frequenze d'incrocio.
Parte terza
Ora esporrò la versione con ingresso in serie, sempre del filtro bifonico a 12 dB/ottva, il quale viene presentato in figura 5.
Ecco i valori dei componenti:
L1 in milliHenry = ( 1000 x R ) : ( 6,25 x Fi] );
L2 in milliHenry = [ ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi ) ] x 0,62;
C1 in microfarad = [ 1000000 : ( 6,28 x Fi x R ) ] x 1,6
C2 in microfarad = 1000000 : ( 6,28 x Fi x R );
Nella stessa figura 5 è rappresentata una tabella già calcolata per i soliti valori di Fi.
Prima di proseguire con la trattazione dei filtri da 18 dB/ottava o con tre altoparlanti, voglio proporvi una tabella in cui è evidenziato il numero, già calcolato, delle spire in filo di rame smaltato da 1,1-1,2 mm di diametro, da avvolgere per un certo numero di induttanze; per induttanze diverse da quelle elencate, ma comprese tra due valori segnati, opererete l' interpolazione " ad orecchio".
I tempi ora sono maturi per passare ai filtri da 18 dB/ottava, nella versione parallelo e serie, come mostrato in figura 7 .
Tale filtro, forse più conosciuto come filtro a "T", è un filtro di terzo ordine ed ha una maggiore attenuazione, ma anche maggiore complessità, rispetto a quelli già citati: infatti la versione parallelo è formata da due induttanze ed una capacità, invece la versione serie da due capacità ed una induttanza.
Le formule per il calcolo della versione parallelo:
L1 in milliHenry = [ ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi ) ] x 1,6;
L2 in milliHenry = ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi );
L3 in milliHenry = ( 1000 x R ) : ( 12,56 x Fi );
C1 in microfarad = 2000000 : ( 6,28 x Fi x R ); C2 in microfarad = [ ( 1000000 : ( 6,28 x Fi x R )] x 0,62.
C3 in microfarad = 1000000 : ( 6,28 x Fi x R ).
Le formule per il calcolo nella versione serie:
L1 in milliHenry = ( 2000 x R ) : ( 6,28 x Fi ) ;
L2 in milliHenry = [ ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi ) ] x 0,62;
L3 in milliHenry = ( 1000 x R ) : ( 6,28 x Fi );
C1 in microfarad = [ 1000000 : ( 6,28 x Fi x R ) ] x 1,6;
C2 in microfarad = ( 1000000 : ( 6,28 x Fi x R );
C3 in microfarad = ( 1000000 : ( 12,56 x Fi x R ).
A questo punto vi sarete certamente accorti che le formule, con qualche variazione dovuta a costanti o a coefficienti, sono le stesse che determinano la reattanza induttiva e capactiva:
Xc = 1 , la quale, nel tradurre la capacità in microFrad, diventa C = 1000000 : ( 6,28 x F x R ), F in Hz e R in Ohm;
2πCf
XL = 2πLf , la quale, nel tradurre l'induttanza in millyHenry, diventa L = (1000 x R) : ( 6,28 x F ), F in Hz e R in Ohm;
tale reattanza corrisponde, in ultima analisi, all'impedenza di carico dell'altoparlante, quindi XL e Xc diventano R, mentre F è la frequenza di taglio o d'incrocio.
Parte quarta
Concludo questa lunghissima narrazione con qualche esempio pratico e, dulcis in fundo, con un esempio di filtri a tre vie, con tre altoparlanti.
Riferendoci alla figura 4, proviamo a calcolare i valori delle due vie e quindi dei due filtri da 12 dB/ottava, per un altoparlante di 4 Ohm ed una frequenza di incrocio di 500 HZ, ingresso in parallelo:
L1 = [ ( 1000 x 4 ) : ( 6,28 x 500)] x 1,6 = 2 mH;
L2 = ( 1000 x 4 ) : ( 6,28 x 500) = 1,27;
C1 = 1000000: (6,28 x 500 x 4 ) = 80 uF che arrotondiamo: due coppie, in serie, da 50uF in parallelo con 33 uF;
C2 = [ 1000000: (6,28 x 500 x 4 ) ] x 0,62 = 49,6 uF che arrotondiamo a 50 uF;
Se volessimo determinare la spire da avvolgere sul rocchetto per L1, senza consultare la tabella:
N² = { 10100 x L1 in milliHenry x [100 - ( L1 in milliHenry + √L1 in milliHenry ) ] } : D e quindi: sostituendo i valori noti: D= 25 mm; L1 = 2 milliHenry:
N² = { 10100 x 2 x [ 100 - ( 2 + √2 ) ] } : 25
N² = [ 20200 x ( 100 - 3,4142 ) ] : 25
N² = (20200 x 96,585) : 25 = 78041,3; N = 279;
se andiamo a consultare la tabella, in corrispondenza di 2 mH, troviamo 280 spire... ottima approssimazione, 0,3%.
Invece per L2
N² = { 10100 x 1,27 x [ 100 - (1,27 + 1,126 ) ] } : 25
N² = [ 12827 x ( 100 - 2,396 ) ] : 25
N² = ( 12827 x 97,604 ) : 25
N² = 1251966 : 25
N = √50078 = 223,7
dalle tavole il valore di L2 è di 217 spire, con un errore di:
1 - (217 : 223,7) = 0,029,9 circa il 3%, accettabilissimo per una formula empirica;
errore medio ( 0,003 + 0,03) : 2 = 1,6% ...
... cosa vi manca ? il sole quando non splende?
Vediamo altri filtri da 18 dB/ottava, quelli a "p greco": in figura 8 infatti sono rappresentati filtri bifonici a "p greco", serie e parallelo, e un esempio di filtro trifonico (tre altoparlanti), anch'esso a "p greco", sempre con 18dB/ottava di attenuazione, ingresso in parallelo.
Riferendoci alla figura 4, proviamo a calcolare i valori delle due vie e quindi dei due filtri da 12 dB/ottava, per un altoparlante di 4 Ohm ed una frequenza di incrocio di 500 HZ, ingresso in parallelo:
L1 = [ ( 1000 x 4 ) : ( 6,28 x 500)] x 1,6 = 2 mH;
L2 = ( 1000 x 4 ) : ( 6,28 x 500) = 1,27;
C1 = 1000000: (6,28 x 500 x 4 ) = 80 uF che arrotondiamo: due coppie, in serie, da 50uF in parallelo con 33 uF;
C2 = [ 1000000: (6,28 x 500 x 4 ) ] x 0,62 = 49,6 uF che arrotondiamo a 50 uF;
Se volessimo determinare la spire da avvolgere sul rocchetto per L1, senza consultare la tabella:
N² = { 10100 x L1 in milliHenry x [100 - ( L1 in milliHenry + √L1 in milliHenry ) ] } : D e quindi: sostituendo i valori noti: D= 25 mm; L1 = 2 milliHenry:
N² = { 10100 x 2 x [ 100 - ( 2 + √2 ) ] } : 25
N² = [ 20200 x ( 100 - 3,4142 ) ] : 25
N² = (20200 x 96,585) : 25 = 78041,3; N = 279;
se andiamo a consultare la tabella, in corrispondenza di 2 mH, troviamo 280 spire... ottima approssimazione, 0,3%.
Invece per L2
N² = { 10100 x 1,27 x [ 100 - (1,27 + 1,126 ) ] } : 25
N² = [ 12827 x ( 100 - 2,396 ) ] : 25
N² = ( 12827 x 97,604 ) : 25
N² = 1251966 : 25
N = √50078 = 223,7
dalle tavole il valore di L2 è di 217 spire, con un errore di:
1 - (217 : 223,7) = 0,029,9 circa il 3%, accettabilissimo per una formula empirica;
errore medio ( 0,003 + 0,03) : 2 = 1,6% ...
... cosa vi manca ? il sole quando non splende?
Vediamo altri filtri da 18 dB/ottava, quelli a "p greco": in figura 8 infatti sono rappresentati filtri bifonici a "p greco", serie e parallelo, e un esempio di filtro trifonico (tre altoparlanti), anch'esso a "p greco", sempre con 18dB/ottava di attenuazione, ingresso in parallelo.
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Le formule sono le stesse elencate per gli altri filtri da 18 dB/ottava e sono ripetute in figura 8.
Note e formule finali
Nota 1) Saprete certamente che gli altoparlanti sono "polarizzati", nel senso che hanno un terminale positivo e uno negativo. Se li invertite non succede nulla all'altoparlante, però nell'ascoltare la riproduzione avrete l'impressione di ricevere un suono meno forte, ciò è dovuto al fatto che dove dovrebbero emettere in compressione, emettono invece in depressione; pertanto è importante che tutti gli altoparlanti siano in fase tra di loro.
Per gli altoparlanti dei bassi (Woofer per gli esterofili) e dei medi (Mid-range per i medesimi), laddove non fossero segnate le polarità, è possibile riconoscerle per mezzo di una pila da 4,5 volt, in questa maniera: applicando la pila ai capi dell'altoparlante, essi avranno i terminali corrispondenti ai poli della pila, quando, su di un piano orizzontale, il cono si sposterà verso l'alto; non usate lo stesso metodo per gli altoparlanti degli acuti (Tweeter per gli esterofili).
Nota 2) Conoscere l'esatta impedenza degli altoparlanti è un parametro importante, per non correre il rischio di collegare all'uscita dell'amplificatore un altoparlante con impedenza troppo alta, perdendo così in potenza, oppure di collegarne uno con impedenza troppo bassa rischiando i finali.
Per intenderci meglio e subito, partiamo da un esempio pratico: dai parametri disponibili sulle caratteristiche dell'apparecchiatura, possiamo subito conoscere sia la potenza massima dell'amplificatore finale sia l'impedenza che la casa consiglia per gli altoparlanti.
Da qui cominciamo a calcolare la tensione e la corrente efficace con le seguenti formule:
Volt =√ (Watt x ohm);
ampere = √ (Watt : ohm);
Watt = (Volt x Volt) : ohm.
Sostituendo, ad esempio, in queste formule i valori in watt, 20 W e in ohm, 4 ohm, otteniamo i seguenti risultati:
√(20 x 4) = 8,94 volt;
√(20 : 4) = 2,23 ampere;
quindi alla massima potenza, l'amplificatore applica sull'altoparlante una tensione efficace di 8,94 V e gli eroga una corrente di 2,23 A.
Se impiegassimo un altoparlante diverso, diciamo da 8 ohm di impedenza, l'amplificatore esprimerebbe una potenza di:
(8,94 x 8,94) : 8 = 9,99 watt, esattamente la metà.
Se invece impiegassimo un altoparlante da 2,5 ohm:
(8,94 x 8,94) : 2,5 = 31,97 watt, che potrebbe essere un po' troppo per i finali, essendo la corrente che scorre nei finali quasi doppia.
Nota 3) Sulla scelta degli altoparlanti cè un po' da dire: la frequenze d'incrocio standard per i filtri a tre vie, con tre altoparlanti sono: 500 Hertz e 4000 Hertz e qui non c'è alcun problema. Però bisogna stare attenti soprattutto quando si vogliono usare woofer e tweeter nei filtri a due vie e due altoparlanti, per cui è necessario spostare la frequenza d'incrocio sui 2000 Hertz.
Bisogna allora basare appunto alla banda passante dell'altoparlante che si sta acquistando, ci sono dei Woofer eccezionali che però hanno una frequenza di risposta (una banda passante per gli OM) compresa tra 15-20 Hz e 1300-1500 Hz, che evidentemente non vanno bene. Spostare la Fi sui 1000 Hz significa penalizzare il tweeter e allora è necessario fare attenzione ad acquistare woofer e tweeter a banda estesa cioè in grado di riprodurre una gamma compresa tra 20-30 Hz e 3000-5000 HZ per i bassi e dai 1500-1800 Hz ai 18000-20000 Hz per gli acuti.
Nota 4) Non prestate fede ai cavi e cavetti di collegamento miracolosi che vi vengono venduti a peso d'oro, quel che serve è un buon impianto Hi Fi che riproduca in maniera veramente fedele le frequenze fino a 20000-25000 Hz e dei buoni filtri crossover (o se preferite cross-over) che, come s'è detto, sarebbe auspicabile fossero a tre vie e 18 dB/ottava di attenuazione.
Lasciate pure che vi vendano impianti Hi Fi fino a 40000-50000 Hz solo se volete fare ascoltare il vostro impianto anche a topi e zanzare, noi, voi, essi non saremo, non sarete, non saranno in grado di apprezzare frequenze mediamente al di sopra dei 15000 Hz, 18000 Hz per gli orecchi migliori.
Nota 1) Saprete certamente che gli altoparlanti sono "polarizzati", nel senso che hanno un terminale positivo e uno negativo. Se li invertite non succede nulla all'altoparlante, però nell'ascoltare la riproduzione avrete l'impressione di ricevere un suono meno forte, ciò è dovuto al fatto che dove dovrebbero emettere in compressione, emettono invece in depressione; pertanto è importante che tutti gli altoparlanti siano in fase tra di loro.
Per gli altoparlanti dei bassi (Woofer per gli esterofili) e dei medi (Mid-range per i medesimi), laddove non fossero segnate le polarità, è possibile riconoscerle per mezzo di una pila da 4,5 volt, in questa maniera: applicando la pila ai capi dell'altoparlante, essi avranno i terminali corrispondenti ai poli della pila, quando, su di un piano orizzontale, il cono si sposterà verso l'alto; non usate lo stesso metodo per gli altoparlanti degli acuti (Tweeter per gli esterofili).
Nota 2) Conoscere l'esatta impedenza degli altoparlanti è un parametro importante, per non correre il rischio di collegare all'uscita dell'amplificatore un altoparlante con impedenza troppo alta, perdendo così in potenza, oppure di collegarne uno con impedenza troppo bassa rischiando i finali.
Per intenderci meglio e subito, partiamo da un esempio pratico: dai parametri disponibili sulle caratteristiche dell'apparecchiatura, possiamo subito conoscere sia la potenza massima dell'amplificatore finale sia l'impedenza che la casa consiglia per gli altoparlanti.
Da qui cominciamo a calcolare la tensione e la corrente efficace con le seguenti formule:
Volt =√ (Watt x ohm);
ampere = √ (Watt : ohm);
Watt = (Volt x Volt) : ohm.
Sostituendo, ad esempio, in queste formule i valori in watt, 20 W e in ohm, 4 ohm, otteniamo i seguenti risultati:
√(20 x 4) = 8,94 volt;
√(20 : 4) = 2,23 ampere;
quindi alla massima potenza, l'amplificatore applica sull'altoparlante una tensione efficace di 8,94 V e gli eroga una corrente di 2,23 A.
Se impiegassimo un altoparlante diverso, diciamo da 8 ohm di impedenza, l'amplificatore esprimerebbe una potenza di:
(8,94 x 8,94) : 8 = 9,99 watt, esattamente la metà.
Se invece impiegassimo un altoparlante da 2,5 ohm:
(8,94 x 8,94) : 2,5 = 31,97 watt, che potrebbe essere un po' troppo per i finali, essendo la corrente che scorre nei finali quasi doppia.
Nota 3) Sulla scelta degli altoparlanti cè un po' da dire: la frequenze d'incrocio standard per i filtri a tre vie, con tre altoparlanti sono: 500 Hertz e 4000 Hertz e qui non c'è alcun problema. Però bisogna stare attenti soprattutto quando si vogliono usare woofer e tweeter nei filtri a due vie e due altoparlanti, per cui è necessario spostare la frequenza d'incrocio sui 2000 Hertz.
Bisogna allora basare appunto alla banda passante dell'altoparlante che si sta acquistando, ci sono dei Woofer eccezionali che però hanno una frequenza di risposta (una banda passante per gli OM) compresa tra 15-20 Hz e 1300-1500 Hz, che evidentemente non vanno bene. Spostare la Fi sui 1000 Hz significa penalizzare il tweeter e allora è necessario fare attenzione ad acquistare woofer e tweeter a banda estesa cioè in grado di riprodurre una gamma compresa tra 20-30 Hz e 3000-5000 HZ per i bassi e dai 1500-1800 Hz ai 18000-20000 Hz per gli acuti.
Nota 4) Non prestate fede ai cavi e cavetti di collegamento miracolosi che vi vengono venduti a peso d'oro, quel che serve è un buon impianto Hi Fi che riproduca in maniera veramente fedele le frequenze fino a 20000-25000 Hz e dei buoni filtri crossover (o se preferite cross-over) che, come s'è detto, sarebbe auspicabile fossero a tre vie e 18 dB/ottava di attenuazione.
Lasciate pure che vi vendano impianti Hi Fi fino a 40000-50000 Hz solo se volete fare ascoltare il vostro impianto anche a topi e zanzare, noi, voi, essi non saremo, non sarete, non saranno in grado di apprezzare frequenze mediamente al di sopra dei 15000 Hz, 18000 Hz per gli orecchi migliori.