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Elaborazioni e progetti tecnici
by IZ1TQI Aldo (de Roderigo) - RCT #030
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Si intende che il contenuto delle mie realizzazioni viene pubblicato sul sito www.radioclubtigullio.it a puro titolo gratuito di piacevole occupazione dilettantistica, di verifica o di indagine pratica, pertanto non mi assumo nessuna responsabilità esplicita o implicita riguardante incidenti, infortuni e danni che eventualmente potessero derivare dall’impiego improprio o errato di quanto descritto da parte di una possibile utenza non qualificata.
Quanto compare negli elaborati è stato realizzato e collaudato in via sperimentale e quindi spesso con componenti diversi da quelli consigliati negli schemi originali o con modifiche marginali o talvolta sostanziali, delle quali viene fatta tuttavia esplicita menzione.
Pertanto chi, sull’esempio di queste pagine, utilizzerà schemi intraprendendone la realizzazione lo farà di suo libero arbitrio assumendosene tutte le responsabilità e conseguenze dovute alla personale riproduzione della quale non posso certo garantire il funzionamento e l'innocuità.
Inoltre molti circuiti sono sottoposti a tensione di rete a 230 V a.c. o a tensioni continue di 1000-200 V e pertanto potenzialmente rischiosi e tali da essere forieri di folgorazioni se non realizzati ed utilizzati secondo le norme di sicurezza vigenti. A tale proposito l'utente è tenuto a verificare se il suo personale modo di realizzazione è conforme alla norme di sicurezza ed alla legislazione vigente in merito.
Quanto compare negli elaborati è stato realizzato e collaudato in via sperimentale e quindi spesso con componenti diversi da quelli consigliati negli schemi originali o con modifiche marginali o talvolta sostanziali, delle quali viene fatta tuttavia esplicita menzione.
Pertanto chi, sull’esempio di queste pagine, utilizzerà schemi intraprendendone la realizzazione lo farà di suo libero arbitrio assumendosene tutte le responsabilità e conseguenze dovute alla personale riproduzione della quale non posso certo garantire il funzionamento e l'innocuità.
Inoltre molti circuiti sono sottoposti a tensione di rete a 230 V a.c. o a tensioni continue di 1000-200 V e pertanto potenzialmente rischiosi e tali da essere forieri di folgorazioni se non realizzati ed utilizzati secondo le norme di sicurezza vigenti. A tale proposito l'utente è tenuto a verificare se il suo personale modo di realizzazione è conforme alla norme di sicurezza ed alla legislazione vigente in merito.
Ho scritto poesia tra virgolette, in quanto sono poco convinto che di poesia si tratti veramente, e non solamente di versi; comunque sia ogni mia composizione è stato frutto di tormento e sofferenza interiore finchè l'emozione nata nel mio inconscio non è divenuta immagine distinta e visione per il mio pensiero.
Poi, purtroppo, l'espressione è affidata alla forma e la forma è fatta di parole e di maggiore o minore attitudine del singolo al servirsene.
Nella capacità di servirsi delle parole sta l'abilità e la tecnica di comporre versi, mentre probabilmente nell'attitudine a servirsi della parola sta la predisposizione ad impregnare l'espressione stessa di sentimento o di passione, per cui le parole stesse risultano quelle giuste e occupano una loro posizione ottimale nel testo, onde ne risulta un'armonia, una cadenza e una "forza tragica" finali in perfetta proporzione e sintonia con il sentimento o la passione provati, in grado di comunicare le stesse sensazioni agli altri.
Poi, purtroppo, l'espressione è affidata alla forma e la forma è fatta di parole e di maggiore o minore attitudine del singolo al servirsene.
Nella capacità di servirsi delle parole sta l'abilità e la tecnica di comporre versi, mentre probabilmente nell'attitudine a servirsi della parola sta la predisposizione ad impregnare l'espressione stessa di sentimento o di passione, per cui le parole stesse risultano quelle giuste e occupano una loro posizione ottimale nel testo, onde ne risulta un'armonia, una cadenza e una "forza tragica" finali in perfetta proporzione e sintonia con il sentimento o la passione provati, in grado di comunicare le stesse sensazioni agli altri.
IN MORTE DI PAPA'
Non trovo un crepuscolo
degno della tua morte, padre;
né veleno, prodigo di spasmi,
che il tuo lamento eguagli;
né caverna, in cui rantoli
il vento di ugual respiro.
Tanto sovente, a sera,
come un vasto lampo,
trascorri, nel ricordo quell'istante
che tu, da solo, riempi un cimitero
.
α 14/04/1917 ω 16/01/1987
dalla raccolta "SOTTO IL GRANDE CEDRO"
composta 17/07/1987 - pubblicata 05/01/2012
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dalla raccolta: "Il Signore delle due riviere"
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NOTTURNO
Dalla tua cupola silente com’un sublime, interminato cantico, mi giunge seducente il tuo richiamo, oscura notte, tempio dell’anima, eremo alle mie lunghe solitudini! Entro il drappeggio della tua distesa, m’è caro l’abbandono: lento e indolente come una fiumana, muto come un segreto che riposa. E’ un’emozione lieve, di flebile fruscio, quella sottile aura che, carezzando l’anima, nuove visioni accende nel profondo, d’attesa quiete forse, in gran tempesta. Ché, soffocato nell’oscuro abisso, l’intimo mio è un diluvio prorompente, un cataclisma d’impeto stupendo e di vigore, ma mostruoso, da cui la dea Bellezza va nascendo con i sembianti di scultura eccelsa a testa di Megera. Eppur nulla trapela, dal mistero di quell’odiosa cripta, se non il brusio composto del pensiero. Alla tua fresca mensa dello spirito, vo comparando il mio profondo al tuo, disseminato d’universi e soli, di vampe immense, d’echi e di boati, di sibili e fragori sterminati, mentre non giunge al cuor ch’ unica quiete, tra l’armonia di tremule facelle, e agli occhi solo crepitio di stelle. Composta 08/08/2008 |
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Rime selvagge
La Radio terzine d'occasione di sapore radioamatoriale Quando i pensieri han la bocca amara, amo salire in radio per salpare su un'onda che si sposta, lieve e chiara, oltre le valli, i monti ed oltre il mare e il cuore, prima buio, fa contento. Tanto di sé mi fa entusiasmare che d'un pilota sento l'ardimento, quando s'inoltra al largo, tra le stelle, stando al timone del suo bastimento. Forse si chiama Elettra e dà novelle di luci, a Sidney accese con un tasto, come migliaia di tremule facelle. Spingermi allor m'è caro in questo vasto cosmo, fatto di accordi e sintonia come un concerto in cui non v'è contrasto, ma solo concordanza ed armonia. L'antenna vo affiatando all'apparato, poi esso col lineare in coro sia e questo in iso-onda sia adattato al carico d'antenna e sono pronto a conversar con chi mi avrà ascoltato, anche laggiù all'estremità del mondo. composta 03/2015 |
Notturno annoiato
Come un soffiar di brezza, alitato nel cavo a una caverna, la notte va gemendo tutto il suo tedio. Quant'è claustrale questa insofferenza, assoluta sovrana del pensiero, e del cuore tiranna prepotente: la noia. Urge pressante, come un’inquietudine dall'occulte sembianze, …la noia. Il petto opprime e poi fende la gola e il cuor n’estirpa, lì rifugiato e palpitante, scagliandolo in profondo alla volta notturna. Là, nel profondo astrale, l’eternità è un momento ed infinita la notte, finché non nasce un nuovo sole. Qui, nel profondo dell’imperscrutabile, l’animo mio compatto va scorrendo, come un rivo di pietra: più non l’irriga la pioggia che bruisce teneramente, né il vento più di semi lo feconda, ma, appresso il dilavar violento della tempesta, il sole lo riarde. dalla raccolta:"Il castigo di vivere" 09/07/2010 |
Dedicato a Camogli
Dalla racolta "Sotto il grande Cedro" 1976
Solitudine.
Conosci l'eco della solitudine,
che, nel silenzio, rode
con il brusìo d'una fiumana lenta
o con il fruscìo di grezzi sai
raccolti in lunghi stuoli?
...e gli occhi, ne conosci gli occhi?
Orbite vuote, asciutte
dal calcinato sguardo,
cui non sovviene alba né tramonto!
Dimmi! Conosci tu la solitudine
senza orizzonte, cupa?
Dimmi se a te non nascono rimorsi
che il tempo nutre, accresce
e poi riversa, a un tratto, nel tuo cielo!
Son nel mio cielo fradici soffitti
che maestosi affreschi*
celano solo, ahimè, nella penombra,
come il belletto d'una antica etèra
Conosci l'eco della solitudine,
che, nel silenzio, rode
con il brusìo d'una fiumana lenta
o con il fruscìo di grezzi sai
raccolti in lunghi stuoli?
...e gli occhi, ne conosci gli occhi?
Orbite vuote, asciutte
dal calcinato sguardo,
cui non sovviene alba né tramonto!
Dimmi! Conosci tu la solitudine
senza orizzonte, cupa?
Dimmi se a te non nascono rimorsi
che il tempo nutre, accresce
e poi riversa, a un tratto, nel tuo cielo!
Son nel mio cielo fradici soffitti
che maestosi affreschi*
celano solo, ahimè, nella penombra,
come il belletto d'una antica etèra
S P L E E N Quando, oppressi da un senso misterioso di vertigine, con la testa penzoloni, giacciamo di traverso al giaciglio, supini e ci sovrasta un crogiolo ribollente che versa lentamente una colata di metallo fuso nella gola; quando, in sogno, son le gambe pesanti fardelli inette alla fuga, né c'è voce al terrore e l'abisso più oscuro c'inghiotte, all'indietro, con tale veemenza che l'aria vien meno ai polmoni; quando tutto è crollato nella mente e nel cuore, né v'è stata costruzione tanto solida da restare indenne e, imprigionate tra le macerie, si dibattono, orrendamente straziate, le idee ed i pensieri scaturiscono vergognosamente storpi e mutilati; quand'è vana, al di là delle colpe, la speranza d'un destino decente per la gente come noi e lo scopo della vita si perde tra i frantumi di un sogno mendace; quando c'è la stessa indifferenza di un dio nei tuoi occhi che, impassibili, non battono ciglio e agli omaggi amorosi oppongono un crudo disprezzo... ecco, allora possiamo saggiare quale amaro sapore ha l'Angoscia. .Composta 1987 |
Guardo piovere! Era oramai molto tempo che non mi soffermavo più ad osservare la pioggia cadere triste e solenne; il suo fresco rumore ed il frusciare umido di pneumatici sull'asfalto giungono attutiti, sonnolenti, quasi sommersi e le sembianze dei passanti sono evanescenti attraverso i vetri appannati delle finestre. Ogni goccia, che stilla, s'estende là, al suolo, in modo uguale, schizzando, tutt'attorno, una cortina di minutissime gocce e, in questo ripetuto frantumarsi, la mente entra nello stato di assoluta immobilità, fermandosi sull'ultima immagine dell'ultimo pensiero, mentre gli occhi s'allontanano oltre le case, oltre il mare, oltre le nubi, oltre le stelle, oltre l'infinito ripetersi uggioso dei pensieri. Ho scoperto che, in questo stato d'animo, sono gli occhi stessi a pensare rievocando immagini virtuali che vediamo, o crediamo di vedere là, proiettate all'infinito, oltre le case, oltre il mare, oltre le nubi, oltre i pensieri già pensati che, della vita trascorsa, sono i compagni fedeli o la cattiva coscienza. Hai mai provato ad immaginare il suono di un improvviso rovescio d'acqua all'interno di una cattedrale, laddove anche i silenzi hanno un suono, laddove i suoni si moltiplicano, si allungano, si ripetono smorzandosi lentamente come la tenue fiammella di un fiammifero acceso nel buio di una notte insonne? ...ma continua a piovere ed una sensazione di umido freddo cola, gocciolando, dalle foglie snelle della palma, là di fronte, e penetra sommessamente nel cuore. composta 1988. |
Un giorno
Vorrei che, un giorno, mi giungessi accanto
quando più intensamente a te pensassi
ed, in silenzio, il capo reclinassi
sulla mia spalla. Allora, per incanto,
ci perderemmo ad ascoltare i suoni
che, per gli amanti, la Natura emana
e, negli aerei spazi del Nirvana,
vivremmo, amore, umane sensazioni.
Vorrei perle di pioggia sul tuo seno
unite si' da tessergli un diadema
dal quale sorga, ancor, l'arcobaleno;
vorrei che accanto a me restassi, un giorno,
finché non si consumi l'ora estrema
e scenda notte eterna tutt’attorno.
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro" (Silvava) 1980
Vorrei che, un giorno, mi giungessi accanto
quando più intensamente a te pensassi
ed, in silenzio, il capo reclinassi
sulla mia spalla. Allora, per incanto,
ci perderemmo ad ascoltare i suoni
che, per gli amanti, la Natura emana
e, negli aerei spazi del Nirvana,
vivremmo, amore, umane sensazioni.
Vorrei perle di pioggia sul tuo seno
unite si' da tessergli un diadema
dal quale sorga, ancor, l'arcobaleno;
vorrei che accanto a me restassi, un giorno,
finché non si consumi l'ora estrema
e scenda notte eterna tutt’attorno.
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro" (Silvava) 1980
La sottise, l'erreur, le péchè, la lésine...
Baudelaire Ambizione, prestigio, potere, benessere, lucro come pesanti volte, gravano sulle coscienze e occu- pano clandestinamente ogni nostra fede. Idoli esangui e mai sazi, cui consacriamo ogni azione, a desideri famelici inducono noi per quelle oscure, sotterranee vie dell'animo esasperato e grigio, come le pareti color cemento d'epoca corren- te; onde, avide menti banali, che un oscuro potere governa, ogni giorno, muoviamo alla lizza guardin- ghi, affilando con cura, in segreto, gli strumenti della nostra ferocia. Sul giaciglio, la notte, ac- quattati, mentre scuoton le membra improvvisi sob- balzi, alitiamo esecrande passioni nei sogni, tra- dimenti ed agguati. Sempre pronti a infierire, sui deboli, per emergere, denigriamo ogni altro migliore di noi, calunniamo chiunque, nascondendo, con cura, ogni inettitudine nostra. Se poi, vagliando tra le immonde scorie della coscienza, troverem confusa polvere d'oro ciò non ci lusinghi: non basta del poeta a patinar lo spirito, vibrante d'echi e di silenzi sommi. Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro" 1979 |