presenta:
Preamplificatore microfonico con AGC
a cura di IZ1TQI Aldo rct #030
Mio malgrado, corre necessità (nei confronti di un certo numero di miei lettori) di una piccola divagazione per sottolineare due punti:
primo, abbiate la pazienza di leggere tutto il testo, così eviterete di domandarmi, per e-mail, informazioni che sono già contenute nel testo stesso;
secondo, se non avete dimestichezza con circuiti di questo genere, non pretendete che sia io ad illuminarvi in cinque minuti, per mettervi in condizione di realizzarli.
Il controllo automatico di guadagno, di questo preamplificatore microfonico, garantisce un'eccellente costanza del livello di uscita, per un larga gamma di livelli in ingresso.
Nom avendo personalmente sperimentato lo schema elettrico, non so dirvi più di quanto leggerete nel prosieguo della narrazione.
Per stazioni i trasmittenti, permette mediamente una percentuale di modulazione molto elevata. Migliora l'intellegibilità negli impianti interfonici.
T2 il vero amplificatore del segnale, lavora ad emittore comune, il segnale infatti è prelevato dal collettore.
Una porzione del segnale, in uscita viene raddrizzata, ad opera di DS1, DS2 C4, e riportata come controllo della corrente di base di TR1, che costituisce l'attenuatore d'ingresso.
Per bassi livelli di segnale, TR1 lascia passare inalterato il segnale; se questo cresce, cresce anche la tensione su C4, per cui TR1 aumenta la sua corrente e conduce maggiormente, provocando attenuazione.
primo, abbiate la pazienza di leggere tutto il testo, così eviterete di domandarmi, per e-mail, informazioni che sono già contenute nel testo stesso;
secondo, se non avete dimestichezza con circuiti di questo genere, non pretendete che sia io ad illuminarvi in cinque minuti, per mettervi in condizione di realizzarli.
Il controllo automatico di guadagno, di questo preamplificatore microfonico, garantisce un'eccellente costanza del livello di uscita, per un larga gamma di livelli in ingresso.
Nom avendo personalmente sperimentato lo schema elettrico, non so dirvi più di quanto leggerete nel prosieguo della narrazione.
Per stazioni i trasmittenti, permette mediamente una percentuale di modulazione molto elevata. Migliora l'intellegibilità negli impianti interfonici.
T2 il vero amplificatore del segnale, lavora ad emittore comune, il segnale infatti è prelevato dal collettore.
Una porzione del segnale, in uscita viene raddrizzata, ad opera di DS1, DS2 C4, e riportata come controllo della corrente di base di TR1, che costituisce l'attenuatore d'ingresso.
Per bassi livelli di segnale, TR1 lascia passare inalterato il segnale; se questo cresce, cresce anche la tensione su C4, per cui TR1 aumenta la sua corrente e conduce maggiormente, provocando attenuazione.
I componenti attivi sono tutti meno che critici, per i transistor è sufficiente;
Vcbo = 20V
Ic = 100 mA
hfe min = 100
Ptot = 100 mW
ft = 100 MHz
ciò comporta la possibile utilizzazione di una vasta gamma di semiconduttori.
Lo stesso discorso vale anche per i diodi, onde gli 1N4148 la fanno da padroni.
La tensione picco picco, prelevabile in uscita, si aggira attorno a 1 Vpp.
Lo schema è teorico, ma degno di fiducia ed è una solenne, ma spero a voi utile, scopiazzatura, proveniente dalla rivista Elektor 1980 n. 14-15.
Spero di aver accontentato ed incoraggiato alla sperimentazione i colleghi che amano "smanettare" sui microfoni (dai 5 ai 500 Euro) e su tutti i parametri possibili della propria fonia, mentre sui propri cellulari si accontentano di quello che passa il convento, quando magari sarebbe auspicabile giungere all'orecchio della propria interlocutrice con voce calda, profonda, suadente, rotonda..., ma cristallina.
Vcbo = 20V
Ic = 100 mA
hfe min = 100
Ptot = 100 mW
ft = 100 MHz
ciò comporta la possibile utilizzazione di una vasta gamma di semiconduttori.
Lo stesso discorso vale anche per i diodi, onde gli 1N4148 la fanno da padroni.
La tensione picco picco, prelevabile in uscita, si aggira attorno a 1 Vpp.
Lo schema è teorico, ma degno di fiducia ed è una solenne, ma spero a voi utile, scopiazzatura, proveniente dalla rivista Elektor 1980 n. 14-15.
Spero di aver accontentato ed incoraggiato alla sperimentazione i colleghi che amano "smanettare" sui microfoni (dai 5 ai 500 Euro) e su tutti i parametri possibili della propria fonia, mentre sui propri cellulari si accontentano di quello che passa il convento, quando magari sarebbe auspicabile giungere all'orecchio della propria interlocutrice con voce calda, profonda, suadente, rotonda..., ma cristallina.
73's de IZ1TQI Aldo
[email protected]
Pubblicazione del 16/11/2015