Presenta:
Radioascolto dello spettro elettromagnetico 5 - 16 KHz
radiotelescopio ed altro
di IZ1TQI Aldo RCT #030
Nessuna pretesa o intenzione di inoltrarmi nella trattazione dei suoni
della natura, del coro dell’alba, dei fulmini, dei lampi di calore, dei
concerti per trilli e rumore di vetri infranti, dei suoni che giungono dalle
stelle o da altri corpi celesti e …di
qualche sottomarino in fase operativa.
Vi propongo, pari pari, il seguente circuito a larga banda per onde radio a frequenza audio (5-16 KHz), desunto da “Sperimentare 1975 n.04”, autore: il compianto Gianni Brazioli, scomparso ormai da 28 anni.
Potreste collegarlo alla scheda audio del computer, se possedete un programma che vi visualizzi l’inviluppo del suono, e buona fortuna nello scoprire sequenze di segnali intelligenti (non casuali).
Una tale banda veramente bassa dello spettro elettromagnetico non ha bisogno di organi d’accordo particolarmente selettivi, basta un avvolgimento che serva contemporaneamente da antenna e da circuito si sintonia in parallelo ad un condensatore Cx.
Qualche sensibilità in più, per un tratto od un altro di gamma, si può avere attribuendo valori diversi a Cx: 22, 33, 47, 82nF od altri valori da sperimentare; ottimo sarebbe un moltiplicatore di capacità variabile.
Il ricevitore è praticamente un preamplificatore audio che non necessita neanche di rivelazione del segnale, poiché è già segnale audio.
L’unica nota riguarda C3 che permette il filtraggio delle frequenze non volute ed il transito della gamma desiderata.
Vi propongo, pari pari, il seguente circuito a larga banda per onde radio a frequenza audio (5-16 KHz), desunto da “Sperimentare 1975 n.04”, autore: il compianto Gianni Brazioli, scomparso ormai da 28 anni.
Potreste collegarlo alla scheda audio del computer, se possedete un programma che vi visualizzi l’inviluppo del suono, e buona fortuna nello scoprire sequenze di segnali intelligenti (non casuali).
Una tale banda veramente bassa dello spettro elettromagnetico non ha bisogno di organi d’accordo particolarmente selettivi, basta un avvolgimento che serva contemporaneamente da antenna e da circuito si sintonia in parallelo ad un condensatore Cx.
Qualche sensibilità in più, per un tratto od un altro di gamma, si può avere attribuendo valori diversi a Cx: 22, 33, 47, 82nF od altri valori da sperimentare; ottimo sarebbe un moltiplicatore di capacità variabile.
Il ricevitore è praticamente un preamplificatore audio che non necessita neanche di rivelazione del segnale, poiché è già segnale audio.
L’unica nota riguarda C3 che permette il filtraggio delle frequenze non volute ed il transito della gamma desiderata.
Il guadagno di questo “attrezzo” è molto elevato (20uV/m in ingresso) perciò
necessita attenzione al cablaggio affinchè non auto oscilli; seguendo la falsa
riga di figura 2 dovreste essere sicuri, però io aggiungerei, in parallelo a C4 e a valle di di R9, un condensatore ceramico da 10nF.
Per mancanza di tempo non ho ancora sperimentato personalmente il presente marchingegno, però la cosa mi incuriosice e conto di farlo molto presto, ma con transistors diversi, anche se i BC262 (che non posseggo) sono dati a bassissimo rumore.
L’ascolto è in cuffia, ma può essere convogliato su registratore o, come ho detto, su scheda audio.
L’antenna è costituita da una crocera in legno o plastica i cui bracci siano lunghi 141,5 cm, larghi 50 mm, sui quali avvolgere 150 spire di filo di rame smaltato da 0,5 mm di diametro; 75/80 spire vanno affiancate, le rimanenti sovrapposte al primo strato.
Tale antenna va posta più in alto possibile e possibilmente sgombra da ostacoli (soprattutto metallici) circostanti, la discesa deve essere realizzata in cavo coassiale di ottima qualità e non più lunga di 10-15m, pena l’ingresso di disturbi spuri d’ogni genere, compresi anche i 50 Hz della rete luce.
Se il disturbo dei 50 Hz si presentasse comunque, cercate di orientare l’antenna in modo da attenuarlo.
Una comune batteria tra i 9 e i 12 V è preferibile all’alimentatore di rete anche se stabilizzato e filtrato, peste e corna agli switching.
In figura 1: lo schema elettrico e lo schema dell’antenna.
In figura 2: lo schema pratico, ricopiato pari pari.
Per mancanza di tempo non ho ancora sperimentato personalmente il presente marchingegno, però la cosa mi incuriosice e conto di farlo molto presto, ma con transistors diversi, anche se i BC262 (che non posseggo) sono dati a bassissimo rumore.
L’ascolto è in cuffia, ma può essere convogliato su registratore o, come ho detto, su scheda audio.
L’antenna è costituita da una crocera in legno o plastica i cui bracci siano lunghi 141,5 cm, larghi 50 mm, sui quali avvolgere 150 spire di filo di rame smaltato da 0,5 mm di diametro; 75/80 spire vanno affiancate, le rimanenti sovrapposte al primo strato.
Tale antenna va posta più in alto possibile e possibilmente sgombra da ostacoli (soprattutto metallici) circostanti, la discesa deve essere realizzata in cavo coassiale di ottima qualità e non più lunga di 10-15m, pena l’ingresso di disturbi spuri d’ogni genere, compresi anche i 50 Hz della rete luce.
Se il disturbo dei 50 Hz si presentasse comunque, cercate di orientare l’antenna in modo da attenuarlo.
Una comune batteria tra i 9 e i 12 V è preferibile all’alimentatore di rete anche se stabilizzato e filtrato, peste e corna agli switching.
In figura 1: lo schema elettrico e lo schema dell’antenna.
In figura 2: lo schema pratico, ricopiato pari pari.
Ci vuole molta pazienza all’ascolto per udire qualcosa di interessante,
ma, con la pratica e l’abitudine, finirete per distinguere a quali fenomeni si
riferiscono gli insoliti rumori ricevuti.
Non pretendete di accendere a udire subito qualcosa, possono passare ore di silenzio e all’improvviso scatenarsi un coacervo di suoni e di trilli, perciò, ripeto, moltissima pazienza e, se siete interessati, su internet troverete molta letteratura in merito onde documentarvi meglio.
Su Internet scoprirete situazioni , orari adeguati e interpretazioni dei suoni ricevuti; se poi siete medium, ascolterete anche la voci da Raudive, tenendo i piedi a bagno nella tinozza di Mesmer, e facendo catena con le mai come Eusapia Palladino. Però prima di piegare le posate a tavola, leggetevi Lucrezio: “De rerum natura”, Cesare Lombroso: “L’uomo di genio”, “genio e sregolatezza”, Ernesto Bozzano: “le visioni dei morenti” e godetevi appunto la visione di qualche landa della Transilvania dove aleggia, in esilio, Nosferatu il vampiro, principe di Decimomannu e grande connestabile di Pittulongu.
Ah, …dimenticavo!!! Il palo reggi antenna non sia metallico, proteggete con vernice anigroscopica (idrorepellente) adatta le spire dell’antenna e le relative saldature al cavo coassiale. Gli appassionati tuttavia non dimentichino che serviranno 600 metri di filo in rame smaltato per la bobina d'antenna... ed è già molto contenuta.
Che dire al compianto Gianni, che intitolò il suo articolo: "Un Radiotelescopio in miniatura"?
"De mortuis nihil, nisi bene": null'altro che bene al riguardo di chi è scomparso.
Altro non vi saprei narrare, il quanto è da sperimentare...
Non pretendete di accendere a udire subito qualcosa, possono passare ore di silenzio e all’improvviso scatenarsi un coacervo di suoni e di trilli, perciò, ripeto, moltissima pazienza e, se siete interessati, su internet troverete molta letteratura in merito onde documentarvi meglio.
Su Internet scoprirete situazioni , orari adeguati e interpretazioni dei suoni ricevuti; se poi siete medium, ascolterete anche la voci da Raudive, tenendo i piedi a bagno nella tinozza di Mesmer, e facendo catena con le mai come Eusapia Palladino. Però prima di piegare le posate a tavola, leggetevi Lucrezio: “De rerum natura”, Cesare Lombroso: “L’uomo di genio”, “genio e sregolatezza”, Ernesto Bozzano: “le visioni dei morenti” e godetevi appunto la visione di qualche landa della Transilvania dove aleggia, in esilio, Nosferatu il vampiro, principe di Decimomannu e grande connestabile di Pittulongu.
Ah, …dimenticavo!!! Il palo reggi antenna non sia metallico, proteggete con vernice anigroscopica (idrorepellente) adatta le spire dell’antenna e le relative saldature al cavo coassiale. Gli appassionati tuttavia non dimentichino che serviranno 600 metri di filo in rame smaltato per la bobina d'antenna... ed è già molto contenuta.
Che dire al compianto Gianni, che intitolò il suo articolo: "Un Radiotelescopio in miniatura"?
"De mortuis nihil, nisi bene": null'altro che bene al riguardo di chi è scomparso.
Altro non vi saprei narrare, il quanto è da sperimentare...