Presenta:
Richiamo elettronico per la pesca
di IZ1TQI Aldo RCT #030
La presente duplice realizzazione, tra il serio ed il faceto, è di una semplicità sconcertante, si tratta di un richiamo elettronico per la pesca, che potrebbe rievocare i richiami, di vario genere, usati per la caccia.
Molti animali reagiscono in bene o in male a frequenze sonore : cani, gatti, topi, zanzare (addirittura, negli allevamenti bovini, viene propinata musica per stimolare la produzione di latte) e perché no, sembrerebbe, anche i pesci;.
Non ci intratterremo in dotte discettazioni su di ogni genere di animali, ma cercheremo una narrazione succinta per quanto riguarda la pesca.
Nulla di assolutamente certo o strettamente scientifico in merito, nonostante, invero, siano stati portati avanti studi, però il sistema è decantato da più fonti dilettantistiche a seguito di personali prove empiriche.
Tra gli iniziati e praticanti della pesca con esche elettroniche, esistono due scuole di pensiero: su di esse ci soffermeremo per citarne sinteticamente il principio informatore; non so se i pescherecci se ne servano e se sia legale, tuttavia in nome della sperimentazione …
La prima scuola, più poetica ed idealista, sostiene che i pesci, al contrario di topi e zanzare che ne sono infastiditi, sarebbero richiamati da suoni armonici a frequenze ultrasoniche, però non sarebbero allettati da una singola nota continua, ma intervallata da pause (pare invece che a topi e zanzare, per allontanarli, debbano essere somministrate frequenza slittate (swippate) dai 18KHz ai 36-40KHz ), pertanto, non sapendo nulla di certo sulla giusta frequenza o frequenze gradite ai pesci e, compatibilmente con la semplicità circuitale, ammanniremo loro una frequenza fissa (ma regolabile a piacimento con R1) , intervallata da una pausa altrettanto regolabile (con R3).
Per questa prima scuola di pensiero la forma d’onda dovrebbe essere sinusoidale, cioè pura, armoniosa , noi tuttavia ci accontenteremo, sempre per semplicità circuitale, di un’onda quadra, generata da un multivibratore astabile, (Vedi figura 1), il dispositivo va fatto scendere fino sul fondale (non troppo profondo naturalmente).
Molti animali reagiscono in bene o in male a frequenze sonore : cani, gatti, topi, zanzare (addirittura, negli allevamenti bovini, viene propinata musica per stimolare la produzione di latte) e perché no, sembrerebbe, anche i pesci;.
Non ci intratterremo in dotte discettazioni su di ogni genere di animali, ma cercheremo una narrazione succinta per quanto riguarda la pesca.
Nulla di assolutamente certo o strettamente scientifico in merito, nonostante, invero, siano stati portati avanti studi, però il sistema è decantato da più fonti dilettantistiche a seguito di personali prove empiriche.
Tra gli iniziati e praticanti della pesca con esche elettroniche, esistono due scuole di pensiero: su di esse ci soffermeremo per citarne sinteticamente il principio informatore; non so se i pescherecci se ne servano e se sia legale, tuttavia in nome della sperimentazione …
La prima scuola, più poetica ed idealista, sostiene che i pesci, al contrario di topi e zanzare che ne sono infastiditi, sarebbero richiamati da suoni armonici a frequenze ultrasoniche, però non sarebbero allettati da una singola nota continua, ma intervallata da pause (pare invece che a topi e zanzare, per allontanarli, debbano essere somministrate frequenza slittate (swippate) dai 18KHz ai 36-40KHz ), pertanto, non sapendo nulla di certo sulla giusta frequenza o frequenze gradite ai pesci e, compatibilmente con la semplicità circuitale, ammanniremo loro una frequenza fissa (ma regolabile a piacimento con R1) , intervallata da una pausa altrettanto regolabile (con R3).
Per questa prima scuola di pensiero la forma d’onda dovrebbe essere sinusoidale, cioè pura, armoniosa , noi tuttavia ci accontenteremo, sempre per semplicità circuitale, di un’onda quadra, generata da un multivibratore astabile, (Vedi figura 1), il dispositivo va fatto scendere fino sul fondale (non troppo profondo naturalmente).
R1 può regolare, durante luso, emissioni da 15 a 35 KHz; per chi vuole provare altre gamme, la formuletta adatta al dimensionamento dei componenti, in questo tipo di multivibratori astabili, con isteresi tra 1/3 e 2/3 della tensione di esercizio, sarebbe:
f = 1 : [(0,69 + 0,69) x R x C]; in pratica f = circa 0,7 : RC .
Il circuito irradia una certa potenza sonora , che può essere aumentata, compatibilmente con quanto può reggere la capsula ultrasonica, diminuendo il valore delle resistenze da 10 KOhm.
Ogni altro commento od osservazione riguarda il sistema di impermeabilizzazione della capsula ultrasonica trasmittente, per poter essere immersa nell’acqua: trattandosi di ultrasuoni il contenitore può essere metallico, protetto da vernici adatte e la capsula può essere disposta solidale con il fondo metallico in modo da facilitare la trasmissione del suono al mezzo fluido. Il trasduttore acustico viene collegato con del sottile cavetto schermato di bassa frequenza e calato sul fondo.
La scatola dev’essere zavorrata per raggiungere il fondale e l’ingresso dal cavetto schermato , come la chiusura ermetica del contenitore, ben impermeabilizzato.
La seconda scuola di pensiero, più prosaica e pragmatica, sostiene, in merito, che ad attirare i pesci è la speranza del cibo. Questa speranza verrebbe simulata ed indotta al pesce, nel suo immaginario, facendogli balenare l’idea che sulla superficie dell’acqua sia caduto un insetto che si dibatte, sbattendo le ali e provocando quindi un suono compreso tra i 30 e i 300 Hz, che si diffonde nell’acqua.
Tale suono non può essere sinusoidale perché in realtà è un rumore e, stavolta, a questo pensa egregiamente il multivibratore astabile di cui è dotato il circuito (vedi figura 2).
f = 1 : [(0,69 + 0,69) x R x C]; in pratica f = circa 0,7 : RC .
Il circuito irradia una certa potenza sonora , che può essere aumentata, compatibilmente con quanto può reggere la capsula ultrasonica, diminuendo il valore delle resistenze da 10 KOhm.
Ogni altro commento od osservazione riguarda il sistema di impermeabilizzazione della capsula ultrasonica trasmittente, per poter essere immersa nell’acqua: trattandosi di ultrasuoni il contenitore può essere metallico, protetto da vernici adatte e la capsula può essere disposta solidale con il fondo metallico in modo da facilitare la trasmissione del suono al mezzo fluido. Il trasduttore acustico viene collegato con del sottile cavetto schermato di bassa frequenza e calato sul fondo.
La scatola dev’essere zavorrata per raggiungere il fondale e l’ingresso dal cavetto schermato , come la chiusura ermetica del contenitore, ben impermeabilizzato.
La seconda scuola di pensiero, più prosaica e pragmatica, sostiene, in merito, che ad attirare i pesci è la speranza del cibo. Questa speranza verrebbe simulata ed indotta al pesce, nel suo immaginario, facendogli balenare l’idea che sulla superficie dell’acqua sia caduto un insetto che si dibatte, sbattendo le ali e provocando quindi un suono compreso tra i 30 e i 300 Hz, che si diffonde nell’acqua.
Tale suono non può essere sinusoidale perché in realtà è un rumore e, stavolta, a questo pensa egregiamente il multivibratore astabile di cui è dotato il circuito (vedi figura 2).
Click here to edit.
Il complesso di riproduzione viene poggiato sulla superficie liquida dello specchio d’acqua sul quale si opera (pesca) o a poca profondità, appeso ad un’altra canna da pesca, non dotata di lenza, ma, considerata la frequenza telefonica estremamente bassa, di semplici fili di collegamento.
Più complesso è il sistema di trasduzione: va bene il contenitore ermetico anche se plastico, verniciato per protezione, mentre il suo fondo, al quale la membrana della capsula o altoparlante dev’essere solidale, per mezzo di un’asticciola a spillo, deve essere sostituito con una membrana elastica, applicata intorno al suo perimetro.
Il corpo del trasduttore invece risulta solidale con il corpo del contenitore; sono molto adatte, come trasduttori, le capsule telefoniche auricolari dei vecchi telefoni (300-500 Ohm), però non erogano molta potenza.
In alternativa corrono anche gli altoparlanti da 5-10 cm di diametro , con impedenza di 16-32 Ohm (Vedi figura 3); la potenza dissipata dal transistor non è elevatissima poiché funziona o in interdizione o in saturazione. In queste condizioni la sua resistenza interna è molto bassa, pertanto anche se percorso da alcune centinaia di milliampere non raggiunge un W di dissipazione, mentre l’altoparlante dovrebbe essere da 4-5 W.
Per quelli da 4-8 Ohm servirebbe un trasformatore riduttore (40 Ohm, 8-4 Ohm, rapporto di spire 1:5), diciamo (badate invento) su nucleo di ferrite a E di 30 x 30 x 10 mm un primario di 75-100 spire filo smaltato da 0,4mm e un secondario di 15-20 spire filo 0,6mm.
.
Anche in questo caso la frequenza, nell'ambito citato, può essere regolabile, in loco, a piacimento per mezzo dei relativi potenziometri, che governano anche il “duy-cicle”.
Anche se non abbiamo mai realizzato (pluralis maiestatis) i presenti circuiti a scopo ittico, li abbiamo comunque provati per altri scopi e funzionano bene; soprattutto il primo lavora molto egregiamente come diffusore di ultrasuoni. .
E’ chiaro che un tale marchingegno non è applicabile ad ogni tipo i pesca: quindi gli amanti della pesca a strascico sul pelo dell’acqua o sul fondo, della pesca d’alto bordo, al bolentino, con la canna lancio, con la fiocina, con le reti, della pesca di beneficienza rimarranno delusi a tutto vantaggio del pescatore da sedia, da riva, da pontile, da molo, da scoglio o da laghetto che, trafitto da un ultimo raggio di luce, giunge, in quella postura, fino a sera.
Infine non serve, come direbbe il simpatico collega I0QMN Nicola, neanche ai colleghi radioamatori che della canna da pesca fanno uso ed abuso.
Anche se non abbiamo mai realizzato (pluralis maiestatis) i presenti circuiti a scopo ittico, li abbiamo comunque provati per altri scopi e funzionano bene; soprattutto il primo lavora molto egregiamente come diffusore di ultrasuoni. .
E’ chiaro che un tale marchingegno non è applicabile ad ogni tipo i pesca: quindi gli amanti della pesca a strascico sul pelo dell’acqua o sul fondo, della pesca d’alto bordo, al bolentino, con la canna lancio, con la fiocina, con le reti, della pesca di beneficienza rimarranno delusi a tutto vantaggio del pescatore da sedia, da riva, da pontile, da molo, da scoglio o da laghetto che, trafitto da un ultimo raggio di luce, giunge, in quella postura, fino a sera.
Infine non serve, come direbbe il simpatico collega I0QMN Nicola, neanche ai colleghi radioamatori che della canna da pesca fanno uso ed abuso.