Nell' Aprile 2013, il principio di "Skype" (rete p2p per le telecomunicazioni), si è evoluto all’interno della galassia del "software opensource", e dopo un periodo di testing, nasce una versione stabile del programma SERVAL.
Serval permette a chi possiede uno smartphone con il sistema operativo ANDROID, di poter comunicare con un altro cellulare che “monta” il software e che si trova nel raggio di azione dell’antenna wifi.
Tutti i cellulari con acceso tale software, creeranno una rete completamente automatizzata che permetterà di coprire notevoli distanze, con i dovuti apparecchi posizionati.
Tutto questo senza l’ausilio di internet o delle reti cellulari (carte sim). Serval, una volta installato ed acceso, trasforma il cellulare in un router rice/trasmittente che forma, assieme agli altri, una rete comunicativa chiamata in gergo tecnico “Rete Mesh” ovvero “rete a maglia” completamente decentralizzata e che può coprire distanze enormi, se installato in molti apparecchi.
Ma questa e’ la potenzialità “minore” di Serval.
Quello a cui stanno lavorando gli sviluppatori del software e’ qualcosa di eccezionale. Ovvero riuscire ad utilizzare le reti GSM dei ripetitori cellulare per comunicare attraverso serval.
I primi test in tal senso hanno avuto esito positivo, ed a breve, tale funzione sara’ integrata sui nuovi rilasci del programma. Per cui, se possiedi uno smartphone con il sistema operativo ANDROID, già oggi puoi sfruttare il potenziale di SERVAL.
Serval permette a chi possiede uno smartphone con il sistema operativo ANDROID, di poter comunicare con un altro cellulare che “monta” il software e che si trova nel raggio di azione dell’antenna wifi.
Tutti i cellulari con acceso tale software, creeranno una rete completamente automatizzata che permetterà di coprire notevoli distanze, con i dovuti apparecchi posizionati.
Tutto questo senza l’ausilio di internet o delle reti cellulari (carte sim). Serval, una volta installato ed acceso, trasforma il cellulare in un router rice/trasmittente che forma, assieme agli altri, una rete comunicativa chiamata in gergo tecnico “Rete Mesh” ovvero “rete a maglia” completamente decentralizzata e che può coprire distanze enormi, se installato in molti apparecchi.
Ma questa e’ la potenzialità “minore” di Serval.
Quello a cui stanno lavorando gli sviluppatori del software e’ qualcosa di eccezionale. Ovvero riuscire ad utilizzare le reti GSM dei ripetitori cellulare per comunicare attraverso serval.
I primi test in tal senso hanno avuto esito positivo, ed a breve, tale funzione sara’ integrata sui nuovi rilasci del programma. Per cui, se possiedi uno smartphone con il sistema operativo ANDROID, già oggi puoi sfruttare il potenziale di SERVAL.
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Sviluppata dal ricercatore australiano Paul Gardner-Stephen della Flinders University di Adelaide insieme agli studenti dell’Istituto Nazionale di Scienze Applicate di Lione (INSA), Serval sfrutta le cosiddette reti temporanee a maglia – Wireless Mesh Network – per mettere in comunicazione tra loro due smartphone in un raggio di qualche centinaio di metri.
Se due apparecchi sono troppo lontani, entrano in gioco altri dispositivi Serval nella stessa zona, che captano automaticamente la comunicazione e la ritrasmettono uno all’altro, senza che il loro proprietario debba fare nulla.
Per utilizzare questo sistema è necessario effettuare un ‘root’ del telefonino, ossia disattivare i blocchi imposti dagli operatori.
Così facendo, ogni dispositivo si trasforma in una sorta di router temporaneo e le telefonate avvengono in maniera decentralizzata, senza bisogno di carta sim.
Nella sua prima versione, Serval si serve dei trasmettitori Wi-Fi dei cellulari e, in caso di necessità, degli hot spot nei dintorni, ma nella sua prossima versione utilizzerà direttamente le frequenze Gsm, fattore che potrebbe creare qualche problema in Europa. Le ripercussioni di questo approccio, in effetti, sono ancora difficilmente prevedibili.
Secondo Gardner-Stephen, la priorità è la diffusione del sistema nei paesi in via di sviluppo, trascurati dagli operatori telefonici, o nelle zone colpite da catastrofi naturali che hanno danneggiato le reti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde, la squadra di Gardner-Stephen ha anche immaginato un sistema ancora più potente che utilizzerebbe dei telefoni configurati ad hoc per servire da trasmettitori per tutti gli altri, compresi quelli non dotati del software Serval.
L’app, a Novembre 2011 è stata insignita di un premio per il software più innovativo a Seul e avrebbe già destato l’attenzione di diversi produttori cinesi.
Se due apparecchi sono troppo lontani, entrano in gioco altri dispositivi Serval nella stessa zona, che captano automaticamente la comunicazione e la ritrasmettono uno all’altro, senza che il loro proprietario debba fare nulla.
Per utilizzare questo sistema è necessario effettuare un ‘root’ del telefonino, ossia disattivare i blocchi imposti dagli operatori.
Così facendo, ogni dispositivo si trasforma in una sorta di router temporaneo e le telefonate avvengono in maniera decentralizzata, senza bisogno di carta sim.
Nella sua prima versione, Serval si serve dei trasmettitori Wi-Fi dei cellulari e, in caso di necessità, degli hot spot nei dintorni, ma nella sua prossima versione utilizzerà direttamente le frequenze Gsm, fattore che potrebbe creare qualche problema in Europa. Le ripercussioni di questo approccio, in effetti, sono ancora difficilmente prevedibili.
Secondo Gardner-Stephen, la priorità è la diffusione del sistema nei paesi in via di sviluppo, trascurati dagli operatori telefonici, o nelle zone colpite da catastrofi naturali che hanno danneggiato le reti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde, la squadra di Gardner-Stephen ha anche immaginato un sistema ancora più potente che utilizzerebbe dei telefoni configurati ad hoc per servire da trasmettitori per tutti gli altri, compresi quelli non dotati del software Serval.
L’app, a Novembre 2011 è stata insignita di un premio per il software più innovativo a Seul e avrebbe già destato l’attenzione di diversi produttori cinesi.
UTILIZZO IN PRATICA
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Molti di noi conoscono (e usano) già servizi come WhatsApp o Viber che permettono rispettivamente di inviare messaggi e chiamare gratis i contatti presenti nella rubrica telefonica.
Entrambe le app sono apprezzatissime dagli utenti Android, ma da oggi si può fare molto di più: è infatti possibile chiamare a costo zero dallo smartphone Android anche senza una SIM telefonica inserita nel dispositivo (dunque senza connettività 3G/4G)!
La rivoluzionaria app si chiama Serval Mesh (www.servalproject.org) e, seppur ancora in fase di sviluppo, sta incominciando a incuriosire numerose persone.
Ma com'è possibile contattare gli amici senza far uso di Internet (Wi-Fi o 3G) o di ponti radio?
Semplicemente perché Serval funziona tramite una rete Mesh. Ciò ci garantisce il massimo grado di sicurezza e anonimato, una vera e propria utopia nell'epoca delle intercettazioni telefoniche.
Non dovremo più dipendere da un numero telefonico scelto dall’operatore mobile: saremo noi a “inventarci” la numerazione che preferiamo.
Resta ovvio che per poter chiamare un altro contatto è necessario che su quest'ultimo sia installato Serval sul telefonino e che non si trovi a una distanza superiore ai 50 metri: nelle reti Mesh, infatti, ogni nodo funge da ripetitore che tiene in vita la rete stessa.
I vantaggi della rete decentralizzata: “Maglia”...è questa la traduzione dall'inglese del termine “mesh”.
In questa particolare tipologia di rete P2P ogni dispositivo connesso rappresenta un nodo che può assumere le vesti di client o server.
Proprio per questo motivo, una rete Mesh, al contrario di Internet, è completamente decentralizzata e più sicura in termini di stabilità: nel caso in cui un nodo server dovesse avere dei problemi, la rete continuerebbe a funzionare alla perfezione poiché la risorsa verrebbe semplicemente by-passata.
Cosa accade, invece, quando un ripetitore del nostro operatore mobile è fuori uso? Non possiamo effettuare più telefonate o inviare SMS, per lo meno nella posizione in cui ci troviamo.
Inoltre, in una rete decentralizzata è pressoché impossibile riuscire a risalire al mittente di un qualsiasi pacchetto.
Entrambe le app sono apprezzatissime dagli utenti Android, ma da oggi si può fare molto di più: è infatti possibile chiamare a costo zero dallo smartphone Android anche senza una SIM telefonica inserita nel dispositivo (dunque senza connettività 3G/4G)!
La rivoluzionaria app si chiama Serval Mesh (www.servalproject.org) e, seppur ancora in fase di sviluppo, sta incominciando a incuriosire numerose persone.
Ma com'è possibile contattare gli amici senza far uso di Internet (Wi-Fi o 3G) o di ponti radio?
Semplicemente perché Serval funziona tramite una rete Mesh. Ciò ci garantisce il massimo grado di sicurezza e anonimato, una vera e propria utopia nell'epoca delle intercettazioni telefoniche.
Non dovremo più dipendere da un numero telefonico scelto dall’operatore mobile: saremo noi a “inventarci” la numerazione che preferiamo.
Resta ovvio che per poter chiamare un altro contatto è necessario che su quest'ultimo sia installato Serval sul telefonino e che non si trovi a una distanza superiore ai 50 metri: nelle reti Mesh, infatti, ogni nodo funge da ripetitore che tiene in vita la rete stessa.
I vantaggi della rete decentralizzata: “Maglia”...è questa la traduzione dall'inglese del termine “mesh”.
In questa particolare tipologia di rete P2P ogni dispositivo connesso rappresenta un nodo che può assumere le vesti di client o server.
Proprio per questo motivo, una rete Mesh, al contrario di Internet, è completamente decentralizzata e più sicura in termini di stabilità: nel caso in cui un nodo server dovesse avere dei problemi, la rete continuerebbe a funzionare alla perfezione poiché la risorsa verrebbe semplicemente by-passata.
Cosa accade, invece, quando un ripetitore del nostro operatore mobile è fuori uso? Non possiamo effettuare più telefonate o inviare SMS, per lo meno nella posizione in cui ci troviamo.
Inoltre, in una rete decentralizzata è pressoché impossibile riuscire a risalire al mittente di un qualsiasi pacchetto.
Verifichiamo che il nostro telefonino o tablet Android sia connesso al Web tramite Wi-Fi o rete 3G e accediamo al Play Store.
Da qui ricerchiamo l'app gratuita The Serval Mesh. Tappiamo dapprima su Installa e successivamente su Accetta e scarica. Attendiamo il completamento del download |
Ricerchiamo Serval Mesh dal menu principale di Android e avviamolo.
Prima di poter chiamare gratis e in maniera completamente anonima è necessario procedere a una configurazione iniziale. Tappiamo prima su I agree per accettare le condizioni d'uso dell'applicazione. |
A questo punto l'app ci richiede i permessi di amministrazione di Android (in gergo tecnico “root”).
Confermiamo con un clic su Consenti (a patto che il device sia rootato). Vengono effettuati alcuni test di compatibilità con il nostro telefonino e, sempre automaticamente, vengono configurati i primi servizi. |
In Set Name and Number forniamo un numero identificativo (che può essere diverso dal nostro reale numero telefonico) seguito dal nome utente che preferiamo: i nostri amici utilizzeranno questi dati per contattarci sulla rete Serval Mesh.
Confermiamo con OK. |
Al termine della configurazione guidata, tappiamo su Settings e selezioniamo WiFi Settings.
Se nei nostri paraggi non ci sono altri telefonini sui quali è stato installato Serval Mesh, selezioniamo Access Point. In caso contrario optiamo per Client. |
Siamo pronti per avviare la nostra prima telefonata gratuita e sicura. Tappiamo Call e componiamo l'ID Serval che vogliamo contattare. Attendiamo qualche secondo, necessario all'app per verificare la reperibilità del contatto che ovviamente deve essere connesso alla rete mesh.
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Nel caso in cui Serval ci dia un responso positivo sulla disponibilità della persona da contattare, basta tappare sull'icona a forma di cornetta per avviare la chiamata: proprio come se stessimo effettuando una normale telefonata!
A fine conversazione, tappiamo End Call. |
L'app ci consente anche di condividere file con tutti gli altri utenti della stessa rete mesh. Per farlo, tappiamo su Share Files (presente nel menu principale dell'app) e successivamente su Share: selezioniamo i file da condividere e confermiamo tappando nuovamente Share.
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Serval Mesh è in continuo sviluppo e, seppur perfettamente funzionante, allo stato attuale risulta ancora una versione di test. Come già detto, affinché tutto vada per il verso giusto, è necessario che il telefonino o il tablet sul quale vogliamo installare Serval Mesh sia rootato.
L'operazione non invalida la garanzia dello smartphone e non è ritenuta neppure illegale. Ciononostante, in un futuro non poi così remoto l'app potrà essere installata anche sui dispositivi nei quali non sono stati attivati i diritti di amministrazione (root).
Stando a quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori, infatti, ciò accadrà a partire dalla prossima release (0.91) che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere rilasciata nelle prossime settimane
L'operazione non invalida la garanzia dello smartphone e non è ritenuta neppure illegale. Ciononostante, in un futuro non poi così remoto l'app potrà essere installata anche sui dispositivi nei quali non sono stati attivati i diritti di amministrazione (root).
Stando a quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori, infatti, ciò accadrà a partire dalla prossima release (0.91) che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere rilasciata nelle prossime settimane
E' evidente che per un'Associazione come la nostra, sempre in prima linea e all'avanguardia nei sistemi di comunicazione alternativa in un'ottica di soccorso pubblico e servizi d'emergenza nell'ambito della Protezione Civile, una nuova e potente risorsa tecnica come la rete Mesh è senz'altro un volano per applicazioni sul territorio in caso di particolari criticità di primo intervento.
Pensiamo ad un semplice black-out telefonico e di corrente elettrica...con la rete a "maglia" ognuno di noi potrebbe comunicare la propria posizione o comunque segnalare situazioni particolari di intervento a difesa dei cittadini!
Infatti, tutti noi teniamo in tasca un telefonino con almeno mezza batteria carica e quindi in grado di sopperire al black-out di comunicazioni ed alimentazione elettrica, garantendo così un efficiente mezzo di trasmissione non solo tramite messaggi vocali ma anche immagini, dati, ecc. ecc.
Si verrebbe quindi a creare una rete "radio" alternativa che potrebbe costituire un vero e proprio tessuto connettivo atto a consentire collegamenti diretti fra gli utenti stessi, ottenendo come risultato, il miglioramento dell'efficienza sugli interventi, creando un flusso di informazioni utili per l'utilizzo immediato di risorse tecniche ed operative presenti sul territorio, assicurando inoltre, una buona copertura delle comunicazioni sul territorio anche in condizioni disagiate.
Per il momento quindi, cercheremo di approfondire questo tema, testando dapprima attraverso la rete costituita dai nostri soci RCT e successivamente facendo approdare al sistema la comunità eventualmente interessata allo sviluppo della rete stessa.
Vi terremo informati attraverso le pagine del nostro sito web...
Pensiamo ad un semplice black-out telefonico e di corrente elettrica...con la rete a "maglia" ognuno di noi potrebbe comunicare la propria posizione o comunque segnalare situazioni particolari di intervento a difesa dei cittadini!
Infatti, tutti noi teniamo in tasca un telefonino con almeno mezza batteria carica e quindi in grado di sopperire al black-out di comunicazioni ed alimentazione elettrica, garantendo così un efficiente mezzo di trasmissione non solo tramite messaggi vocali ma anche immagini, dati, ecc. ecc.
Si verrebbe quindi a creare una rete "radio" alternativa che potrebbe costituire un vero e proprio tessuto connettivo atto a consentire collegamenti diretti fra gli utenti stessi, ottenendo come risultato, il miglioramento dell'efficienza sugli interventi, creando un flusso di informazioni utili per l'utilizzo immediato di risorse tecniche ed operative presenti sul territorio, assicurando inoltre, una buona copertura delle comunicazioni sul territorio anche in condizioni disagiate.
Per il momento quindi, cercheremo di approfondire questo tema, testando dapprima attraverso la rete costituita dai nostri soci RCT e successivamente facendo approdare al sistema la comunità eventualmente interessata allo sviluppo della rete stessa.
Vi terremo informati attraverso le pagine del nostro sito web...
pubblicato il 29.9.2013