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presenta:

W3DZZ 160 - 80 - 40 metri

di IZ1NER Alberto RCT#011

 

Oggi vogliamo parlare di questa ennesima e pregevole realizzazione dell'amico IZ1NER Alberto, alla quale, abbiamo aggiunto alcune illustrazioni esplicative (figure 1,2,3) e note intermedie per rendere il discorso più abbordabile a coloro che non hanno ancora le idee troppo chiare in proposito. 
La W3DZZ, come ben sapete, - dice Alberto - funziona come un dipolo convenzionale con trappole; ciò che la differenzia da un dipolo convenzionale, che di norma, con una trappola per braccio, opera su due sole bande e armoniche dispari, consiste nel fatto che la W3DZZ, invece, può operare su tre bande; nel caso specifico: 160, 80, 40 metri. 

  
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L'antenna lavora sugli 80 m come mezz'onda piena, grazie alle trappole; sui 160 m  come antenna a mezz'onda accorciata, ma caricata dalle induttanze delle trappole; sui 40 m lavora ad un'onda e mezza, grazie all'effetto di accorciamento introdotto dai condensatori delle trappole stesse, opportunamente dimensionati.
Dicendo "opportunamente dimensionati" si intende che i condensatori devono avere un certo valore affinchè operino l'accorciamento desiderato e questo influisce anche sull'abbinamento con  il valore dell'induttanza, al punto da non poter costruire le trappole in cavo coassiale (in RG.58 ad esempio), come per gli altri dipoli trappolati.
In passato l'amico Alberto ha realizzato una multibanda W3DZZ, versione 80-40-20 metri, costruendo i condensatori in vetronite e doppia faccia, ma questa volta ha voluto costruire un'antenna tutta in filo elettrico inguainato da 2,5 mm², trappole comprese, e si è servito del cavo coassiale RG.50-2V solo per ricavare i condensatori, considerando che la sua capacità intrinseca è di 1 picoFarad per ogni centimetro di lunghezza.

  

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La trasformazione da sbilanciato a bilanciato viene effettuata con un bal-un avvolto su supporto cilindrico plastico da 60 mm (niente toroide), il cui rapporto di trasformazione è di 1 : 1.
Nella figura 2 a sinistra è illustrata la tecnica di realizzazione ed i collegamenti del suddetto bal-un, che consta di 12 spire trifilari con il medesimo senso di rotazione.
Per maggiore chiarezza sulla destra è presentato lo stesso principio (equivalente in linea di principio, ma non in pratica) come se gli avvolgimenti fossero consecutivi e con delle prese intermedie.
Come potete notare l'antenna è servita da due solenoidi consecutivi (12 + 12 sipre): un braccio è collegato al punto 1 e l'altro ai punti 4 e 5; il cavo coassiale di discesa è fissato anch'esso ai capi di due solenoidi consecutivi (12 + 12 spire): la calza ai punti 2 e 3, il coassiale interno al punto 6.
Allora trattandosi di 24 spire su altre 24 il rapporto di trasformazione è ( 24 : 24)² = 1.
Il diametro del supporto - continua Alberto - è stato scelto da 60 mm di modo tale da ottenere l'induttanza voluta con un numero minore di spire; per gli avvolgimenti: due fili (per comodità) sono quelli usati per il collegamento delle casse acustiche, il terzo, appaiato agli altri due, deve avere colore diverso (a vostra scelta), ma uguale sezione.
Attraverso un foro, effettuato nella parte del cilindro che sceglierete come parte alta, fate passare, verso l'interno, i tre capi iniziali degli avvolgimenti: il capo rosso e capo il nero lasciateli verso l'alto, il capo del terziario mandatelo verso il basso del cilindro, fino alla sua fuoriuscita dalla parte inferiore.
Avrete, a questo punto, (figura 2 a sx) il capo 1 rosso e il capo 5 nero verso l'alto, mentre il capo 3 del terziario verso il basso.
Ora praticate l'avvolgimento delle 12 spire, con i tre fili appaiati, senza che si accavallino, e fateli entrare nel cilindro attraverso un altro foro praticato nella parte inferiore.
Lasciate il capo 2 rosso ed il capo 6 nero verso il basso, mentre mandate verso l'alto il capo 4 del terziario.
Unite (in basso) il capo 2 rosso con il capo 3 del terziario e collegate (in alto) il capo 4 del terziario con il capo 5 nero, il resto è come da figura: al capo 1 va un ramo dell'antenna, ai capi 4 e 5 l'altro ramo; ai capi 2 e 3 va la calza del cavo coassiale e al capo 6 il filo centrale.  


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Così - prosegue ancora Alberto - per efficienza meccanica ho provveduto, nella parte alta del supporto cilindrico, a praticare un foro trasversale in cui ho forzato uno spezzone di tubo, entro il quale ho fatto passare, a sua volta, ed alloggiato l'isolatore dell'antenna (vedi figura 3), consentendo al balun di oscillare indipendentemente dal resto dell'antenna.  
Due morsetti stringicavo che uniscono i bracci dell'antenna ai capi del bal-un, impediscono eventuali scorrimenti del medesimo.
Nella parte bassa dello stesso supporto ho fissato il bocchettone femmina SO239, con i relativi collegamenti al bal-un, mentre la discesa, connessa con un PL259, descrive un collo d'oca, attraversando il supporto da una parte all'altra, in modo da non gravare sul PL stesso.
Ho realizzato l'induttanza delle trappole su di un supporto plastico cilindrico da 60mm di diametro; l'induttanza consta di 21 spire serrate, in filo isolato da 2,5 mm², il condensatore in parallelo ha il valore di 110 pF: è costruito in cavo coassiale a doppia calza RG 50-2v, che presenta una capacità, misurata con il capacimetro, di 1pF esatto a centimetro, quindi la sua lunghezza è 110 cm, intendendo, con questa misura, la parte ricoperta dalla calza; naturalmente agli estremi, collegati all'induttanza, calza e cavo centrale andranno separati lasciando sul centrale il suo isolante, onde evitare perdite ed archeggiamenti R.F..
Infine ho fissato il condensatore all'antenna stessa con delle fascette plastiche, dopo aver protetto la sua parte finale con guaina termorestringente.
Pertanto le misure dei bracci sono le seguenti: 17,10 m di cavo da elettricisti guainato da 2,5 mm² dal bal-un alla trappola e ulteriori 14,20m dalla trappola all isolatore esterno;  le misure sono gia comprese delle parti che si andranno a ripiegare su se stesse per il fissaggio col morsetto sia sul bal-un sia sulle trappole e isolatori.


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Vista del bal-un a centro antenna


Passando alle considerazioni: nei 160 m il ros e di 1,2:1;  l' antenna va molto bene, ma è fissata provvisoriamente a circa 35 metri da terra e dal lato del tetto della casa, la dovrò alzare almeno di 10 metri perchè proprio quando lavora sui 160 metri si trova un po' bassa sul tetto, cosa che comunque farò dopo aver disboscato un corridoio di bosco.
Rapportata alla  End Fed Hertz dei 160 m, che è messa ad altezza considerevole ed è a mezz'onda piena,  perde di 10 db, essendo caricata delle induttanze e quindi accorciata; negli 80m il ros e di 1:1 e va fortissimo anche rispetto alla mia migliore antenna che, finora, era stata la End Fed Hertz  degli 80 m.
Ho anche effettuato (con il Kenwood TS 2000) alcuni confronti simultanei tra la W3DZZ, la End Fed Hertz e la Windom, servendomi del mio commutatore d'antenna e avvalendomi dell'ausilio di IK1TZK Daniele con QTH a Santo Stefano Magra, il quale mi ha fornito i controlli.
Le condizioni delle tre antenne non sono identiche in quanto: posizioni, altezze da terra e quindi i lobi di propagazione e le loro direzioni  differiscono una dall'altra.
Tuttavia sostanzialmente la W3DZZ e la End Fed Hertz si equivalgono, a parte qualche discrepanza ad inizio e a propagazione inoltrata: ad inizio o con scarsa propagazione è migliore la W3DZZ su tutte le gamme, ma a propagazione inoltrata la End Fed Hertz si riprende abbondantemente tanto da equivalersi quasi perfettamente; ho trovato  poi una certa preponderanza della Windom solo in 40 metri.
Le ultime note critiche riguardanti la W3DZZ sono: lavora in 160 metri in assenza di accordatore; in 80 metri non necessita di accordatore da 3600 a 3700 KHz; in 40 metri un po' di accordatore è indispensabile; la potenza sostenibile, in assenza di toroide, è di tutto riguardo: 2,5 mm² di filo elettrico non sono uno scherzo.



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Vista della trappola e del condensatore in cavo coassiale ancorato all'antenna

 
Ci accomiatiamo da voi sperando di essere stati esaurienti e, soprattutto, chiari, fin nei minimi particolari, nel fornirvi un ulteriore spunto per le vostre antenne, se poi siamo riusciti solo ad annoiarvi, perchè sapete già tutto, scusateci, non era nelle nostre intenzioni.
Alberto, in compenso, vi fa omaggio di una vista dell'antenna descritta e di qualche altra delle sue innumerevoli antenne
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73's de IZ1NER Alberto

Pubblicazione del 6/02/2012

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