Presenta:
Regolatore di velocità a coppia costante per trapano
di IZ1TQI Aldo RCT#030
Il presente elaborato è stato riveduto e corretto in quanto, come descritto in origine, non funzionava; in figura 1a il nuovo schema collaudato.
Il marchingegno ha la stessa funzione di quello che ho presentato e descritto in un altro articolo nel 2011; è più complesso, ma detiene il grande pregio di non richiedere un potenziometro a filo, di difficile reperibilità, con una riduzione drastica del costo. Tutti gli schemi non mi appartengono, sono stati desunti da varie riviste che citerò nel prosieguo. In tutta onestà tali circuiti non sono stati collaudati dal sottoscritto, pertanto li lascio alla vostra sperimentazione.
Tali dispositivi funzionano con una sola semionda della tensione di rete pertanto sono in grado di ridurre a zero il numero di giri, mantenendo costante la coppia motore, ma non di salire al massimo della velocità: pertanto giungono alla metà dei giri, in teoria la riduzione sarebbe del 20%.
Il marchingegno ha la stessa funzione di quello che ho presentato e descritto in un altro articolo nel 2011; è più complesso, ma detiene il grande pregio di non richiedere un potenziometro a filo, di difficile reperibilità, con una riduzione drastica del costo. Tutti gli schemi non mi appartengono, sono stati desunti da varie riviste che citerò nel prosieguo. In tutta onestà tali circuiti non sono stati collaudati dal sottoscritto, pertanto li lascio alla vostra sperimentazione.
Tali dispositivi funzionano con una sola semionda della tensione di rete pertanto sono in grado di ridurre a zero il numero di giri, mantenendo costante la coppia motore, ma non di salire al massimo della velocità: pertanto giungono alla metà dei giri, in teoria la riduzione sarebbe del 20%.
Lo schema di figura 1 non può funzionare dati i valori errati delle resistenze
Errata corrige:
Avendo ricevuto lamentele circa il non funzionamento del circuito, ho voluto realizzarlo ed ho verificato la legittimità delle lagnanze.
Casualmente, poi, ho rintraccito il circuito di figura 1, che è stato pubblicato su "Elettronica Flash" n°4 aprile 1992 a pag. 45.
In effetti i valori consigliati per le resistenze sono veramente ben lungi dal solo avvicinarsi a quelli necessari al corretto funzionamento, onde riporto nella figura 1a, sottostante, le dovute modifiche, con la garanzia che non avrete delusioni. Per T1 ho adoperato un BC183, ma usate pere un BC311 o un 2N1711, con maggiore corrente di collettore.
In figura 1a lo schema riveduto e corretto
Il dispositivo funziona bene, ma a basso numero di giri procede a scatti, tuttavia se proverete a fermare il trapano con la mano dovrete applicare un notevole sforzo.
Il circuito è stato collaudato con un trapano da 600W, corredando, per tranqiliità, l'SCR di dissipatore 5x4 cm, alettato.
Volendo aumentare la potenza erogata diminuite R4 a 4700 Ohm 4-5 W, mentre al di sotto di tale valore dovrete sostituire T1 con un BD139, naturalmente anche il diodo controllato al silicio dovrà essere scelto di maggiore potenza. Leggete, a tal proposito, l'altro eleborato, dello stesso tenore, clicando sul pulsante sottostante.
Il funzionamento.
Un aumento dello sforzo applicato all’utensile determina una diminuzione di forza controelettromotrice con conseguente aumento dell’assorbimento.
C1 viene caricato, solo durante i semiperiodi positivi, da R4 e D3, carica che viene più o meno limitata in tensione da T1, a seconda della variazione di R6: infatti il tipo di configurazione e polarizzazione di T1 lo fa funzionare come uno zener variabile.
Uno sforzo maggiore determina l’anticipo a condurre dell’SCR ed una conduzione più lunga.
Un aumento dello sforzo applicato all’utensile determina una diminuzione di forza controelettromotrice con conseguente aumento dell’assorbimento.
C1 viene caricato, solo durante i semiperiodi positivi, da R4 e D3, carica che viene più o meno limitata in tensione da T1, a seconda della variazione di R6: infatti il tipo di configurazione e polarizzazione di T1 lo fa funzionare come uno zener variabile.
Uno sforzo maggiore determina l’anticipo a condurre dell’SCR ed una conduzione più lunga.
Il circuito monta un BC337 la cui Vce è di 40 V, per non saper leggere né scrivere io ho adoperato un BC 546 con Vce 60 V e con la stessa disposizione dei piedini.
E' importante, prima del collaudo, verificare che i terminali di P1 risultino ben collegati: eventuali falsi contatti provocherebbero la distruzione del transistor BC337 o di qualsiasi altro con tensione collettore emittore minore di 70-80 V.
L1 è un bobina antidisturbo composta da 30-40 spire su ferrite diametro 10mm e lunghezza 30 mm,può essere avvolta anche su toroide adatto a contenere il numero di spire citato. Con S1 si può escludere il riduttore e marciare a pieno regime. Naturalmente con il circuito in predicato si possono controllare altri utensìli con motore a spazzole, non lampade o motori ad induzione.
E’ possibile usare gli SCR consigliati nel precedente articolo, onde ad esso vi rimando: è situato nelle realizzazioni 2011 ed è intitolato “Variatore di velocità per trapani”, tenendon conto che esistono SCR "duretti di innesco", tali da impedire il funzioanmento corretto.
La fonte risale ad una edizione di Aprile 1992 di “Elettronica flash”, ma un circuito simile, sono sicurissimo, d’averlo già visto, molto prima, anche su Nuova Elettronica.
Non smetterò mai le solite raccomandazioni, trovandoci di fronte ad un circuito collegato direttamente alla rete F.E. 220V: l’alberino del potenziometro sia plastico come il contenitore che alloggerà il dispositivo, scollegate la spina di alimentazione ogniqualvolta dovrete mettere, per qualsiasi motivo, le mani sul circuito.
N.B. Se inserita la spina il regolatore di giri non funzionerà, provate a invertire la spina nella presa di rete.
E' importante, prima del collaudo, verificare che i terminali di P1 risultino ben collegati: eventuali falsi contatti provocherebbero la distruzione del transistor BC337 o di qualsiasi altro con tensione collettore emittore minore di 70-80 V.
L1 è un bobina antidisturbo composta da 30-40 spire su ferrite diametro 10mm e lunghezza 30 mm,può essere avvolta anche su toroide adatto a contenere il numero di spire citato. Con S1 si può escludere il riduttore e marciare a pieno regime. Naturalmente con il circuito in predicato si possono controllare altri utensìli con motore a spazzole, non lampade o motori ad induzione.
E’ possibile usare gli SCR consigliati nel precedente articolo, onde ad esso vi rimando: è situato nelle realizzazioni 2011 ed è intitolato “Variatore di velocità per trapani”, tenendon conto che esistono SCR "duretti di innesco", tali da impedire il funzioanmento corretto.
La fonte risale ad una edizione di Aprile 1992 di “Elettronica flash”, ma un circuito simile, sono sicurissimo, d’averlo già visto, molto prima, anche su Nuova Elettronica.
Non smetterò mai le solite raccomandazioni, trovandoci di fronte ad un circuito collegato direttamente alla rete F.E. 220V: l’alberino del potenziometro sia plastico come il contenitore che alloggerà il dispositivo, scollegate la spina di alimentazione ogniqualvolta dovrete mettere, per qualsiasi motivo, le mani sul circuito.
N.B. Se inserita la spina il regolatore di giri non funzionerà, provate a invertire la spina nella presa di rete.
P.S. Altri due schemi:
Un altro schema di regolatore è presentato nella figura 2, con l’aggiunta di un altro transistor T2, la provenienza è la rivista Elektor 1979 n. 2-3, il vantaggio c'è:
diminuisce, eventualmente, la vibrazione del trapano a bassissimo numero di giri, dovrete probabilmente modificare R1 diminuendone gradualmente il valore, finchè con la mano non riuscirete più a fermare il trapano a bassissimo numero di giri, forse anche la R4 va diminuita.
P1 regola la corrente che scorre in T1 e quindi la tensione presente su C2 che viene applicata alla base di T2 .
Quando l’SCR è interdetto, ma il motore sta girando, la forza controelettromotrice generata dal motore appare ai suoi stessi capi e l’SCR rimane interdetto finchè essa supera la tensione sul catodo di D3; però non appena il motore tende a ridurre la sua velocità la forza controelettromotrice decresce e L’SCR entra in conduzione, fornendo energia al motore. La stessa cosa avviene se aumenta il carico applicato.
L1 è composta da 30-40 spire di filo di rame smaltato della sezione adatta alla potenza prelevata dal dispositivo, diciamo 1 mm “sufficit” e che 1,5 mm va bene anche per i beati; con un thiristor 600 V 6 A si fanno faville; provando e riprovando è possibile sostituire anche i transistor.
Teoricamente alimentando un motore son una sola semionda si dovrebbe avere un calo di velocità del 20% (grazie alla forza controelettromotrice), che sia il 50% o il 20%, con l’interruttore S1 sarete in grado di conferire al vostro trapano tutta la sua propria velocità.
diminuisce, eventualmente, la vibrazione del trapano a bassissimo numero di giri, dovrete probabilmente modificare R1 diminuendone gradualmente il valore, finchè con la mano non riuscirete più a fermare il trapano a bassissimo numero di giri, forse anche la R4 va diminuita.
P1 regola la corrente che scorre in T1 e quindi la tensione presente su C2 che viene applicata alla base di T2 .
Quando l’SCR è interdetto, ma il motore sta girando, la forza controelettromotrice generata dal motore appare ai suoi stessi capi e l’SCR rimane interdetto finchè essa supera la tensione sul catodo di D3; però non appena il motore tende a ridurre la sua velocità la forza controelettromotrice decresce e L’SCR entra in conduzione, fornendo energia al motore. La stessa cosa avviene se aumenta il carico applicato.
L1 è composta da 30-40 spire di filo di rame smaltato della sezione adatta alla potenza prelevata dal dispositivo, diciamo 1 mm “sufficit” e che 1,5 mm va bene anche per i beati; con un thiristor 600 V 6 A si fanno faville; provando e riprovando è possibile sostituire anche i transistor.
Teoricamente alimentando un motore son una sola semionda si dovrebbe avere un calo di velocità del 20% (grazie alla forza controelettromotrice), che sia il 50% o il 20%, con l’interruttore S1 sarete in grado di conferire al vostro trapano tutta la sua propria velocità.
La figura 3 propone un altro schema; nulla da aggiungere se non ribadire quanto già sopracitato, la fonte è la rivista Sperimentare, non so altro, Ecco, dimenticavo, DC1 è un diac pertanto è indiffrente montarlo in un senso o nell'altro, se le resistenze tendessero a divenire tiepide, potete sostituitele con altre di potenza un Watt. In fase di taratura P2 va regolato, una volta per tutte, in modo da stabilire il numero minimo di giri desiderato,